L’Unione Europea apre un’indagine contro Facebook e Instagram sulla tutela dei minori

L’Unione Europea apre un’indagine contro Facebook e Instagram sulla tutela dei minori
L’Unione Europea apre un’indagine contro Facebook e Instagram sulla tutela dei minori
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“Vogliamo che i giovani abbiano esperienze online sicure e adatte all’età e abbiamo trascorso un decennio a sviluppare più di 50 strumenti e politiche progettati per proteggerli. Questa è una sfida per l’intero settore e non vediamo l’ora di condividere i dettagli del nostro lavoro con la Commissione europea”, ha affermato un portavoce.

Meta era già stato messo in guardia a novembre sulla tutela dei minori, ma le sue risposte alle richieste formali di Bruxelles evidentemente non sono state considerate rassicuranti. L’apertura di un’indagine “non ne pregiudica l’esito”, sottolinea la Commissione. La procedura consentirà all’esecutivo europeo di continuare ad accumulare prove e fare pressione su Meta affinché migliori. Bruxelles è particolarmente preoccupata per “i rischi causati dalla progettazione delle interfacce Facebook e Instagram, che possono sfruttare le debolezze e l’inesperienza dei minori e provocare comportamenti di dipendenza”.

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“Contenuto inappropriato”

Ritiene che gli sforzi per “prevenire l’accesso dei minori a contenuti inappropriati, compresi gli strumenti di verifica dell’età utilizzati da Meta”, siano insufficienti. La regolamentazione sui servizi digitali si applica dalla fine di agosto alle piattaforme online più potenti come X, TikTok nonché ai principali servizi di Meta (Facebook, Instagram), Apple, Google, Microsoft o Amazon.

In totale, 23 grandi player di Internet, tra cui tre siti pornografici (Pornhub, Stripchat e XVideos), sono stati posti sotto la diretta sorveglianza della Commissione europea, che ha reclutato più di un centinaio di esperti a Bruxelles per assumere il suo nuovo ruolo di poliziotto digitale.

I trasgressori rischiano multe fino al 6% del loro fatturato globale annuo, o addirittura il divieto di operare in Europa in caso di violazioni gravi e ripetute.

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Le indagini furono aperte a fine aprile

La Commissione aveva già aperto un’indagine a fine aprile contro Facebook e Instagram, accusati di non lottare sufficientemente contro la disinformazione. In precedenza aveva aperto due indagini contro TikTok, una delle quali aveva spinto la filiale della cinese ByteDance a sospendere una controversa funzione che premiava gli utenti per il tempo trascorso davanti agli schermi ed era sospettata di provocare dipendenza tra gli adolescenti.

All’inizio di marzo è stata avviata una procedura anche contro il colosso cinese del commercio online AliExpress, una filiale di Alibaba, sospettato di non contrastare sufficientemente la vendita di prodotti pericolosi come i medicinali contraffatti.

La prima indagine formale si era già concentrata sui rischi legati alla disinformazione. Il 18 dicembre è stata intentata una causa contro il social network X (ex Twitter) per presunte carenze nella moderazione e nella trasparenza dei contenuti.

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