“Le proposte di Michel Barnier sull’edilizia abitativa favoriscono il mercato a scapito delle persone che hanno poche case”

“Le proposte di Michel Barnier sull’edilizia abitativa favoriscono il mercato a scapito delle persone che hanno poche case”
“Le proposte di Michel Barnier sull’edilizia abitativa favoriscono il mercato a scapito delle persone che hanno poche case”
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UNIn un momento in cui la Francia attraversa una crisi immobiliare senza precedenti, ci si aspettava il discorso del primo ministro Michel Barnier, ma le sue proposte favoriscono un mercato che fatica a reinventarsi piuttosto che prestare attenzione ai bisogni reali delle persone che vivono in condizioni di disagio abitativo. Allo stato attuale, le misure annunciate potrebbero non rispondere alle sfide che la nostra società si trova ad affrontare.

Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Abbé Pierre sullo stato della povertà abitativa, quasi quindici milioni di persone sono colpite, direttamente o indirettamente, da questo fenomeno: 4,2 milioni di persone vivono in alloggi inadeguati e più di dieci milioni si trovano in una situazione fragile, sia è la povertà energetica, il sovraffollamento o gli sforzi finanziari eccessivi… A questa drammatica situazione si aggiungono trecentotrentamila senzatetto, più del doppio del numero del 2012.

Le misure annunciate dal Primo Ministro confondono la crisi immobiliare con la crisi immobiliare. La riduzione dei vincoli ambientali e la proroga del prestito a tasso zero mirano quindi a liberare l’offerta in modo indifferenziato senza tener conto della realtà sociale di milioni di francesi. Si basano su una visione tradizionale, che favorisce il proprietario e considera l’abitazione esclusivamente come un prodotto finanziario. Questa visione classica non riesce a proporre una risposta ambiziosa, mirata ed efficace alla precarietà e alla povertà abitativa.

Allentare le norme ambientali come la normativa “artificializzazione netta zero” o rinviare la diagnosi energetica equivale non solo a fare un passo indietro dal punto di vista ecologico, ma anche a compromettere la lotta ai setacci termici, mentre seicentomila case sono considerate indegne. Questi declini indeboliscono i più precari e peggiorano le condizioni di vita di chi ha alloggi poveri.

Dare priorità alla ristrutturazione

Per quanto riguarda la proroga del prestito a tasso zero, anche se potrebbe favorire l’accesso alla proprietà per alcune famiglie solvibili, lascia in disparte i più vulnerabili. Queste misure avvantaggiano solo una minoranza e non risolvono la crescente emarginazione dei più precari.

Infine, il rafforzamento del controllo dei sindaci sull’assegnazione degli alloggi sociali, anche se presentato come un progresso, rischia di stigmatizzare ulteriormente le persone che risiedono in questi alloggi, alimentando pregiudizi e discriminazioni. Anche se il Paese ha bisogno di pacificazione, questo approccio è lungi dall’incoraggiare la solidarietà e la coesione sociale.

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