Cinque persone incarcerate per diversi anni per aver rubato automobili dalle fabbriche Stellantis – Libération

Cinque persone incarcerate per diversi anni per aver rubato automobili dalle fabbriche Stellantis – Libération
Cinque persone incarcerate per diversi anni per aver rubato automobili dalle fabbriche Stellantis – Libération
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Cinque persone sono state poste in custodia cautelare per il furto di decine di veicoli negli stabilimenti di Mulhouse-Sausheim e Sochaux-Montbéliard, con la complicità dei dipendenti.

Era un percorso che andava avanti da diversi anni. Cinque persone sono state poste in custodia cautelare per aver rubato decine di automobili dalle fabbriche Stellantis (Peugeot, Citroën, Fiat, ecc.) a Mulhouse-Sausheim e Sochaux-Montbéliard, ha reso noto lunedì la procura di Mulhouse. L’ideatore dell’operazione, un uomo di 62 anni, era già stato incriminato per un primo caso di furto d’auto in fabbrica risalente al 2018.

I ladri, che avevano complici all’interno delle fabbriche, hanno utilizzato il tesserino dei dipendenti del sito per portare fuori uno o due veicoli, attraverso un parcheggio, ha detto l’accusa. “Era quasi invisibile perché c’erano così tanti veicoli in transito e in attesa sul posto.” Tra l’inizio del 2022 e il luglio 2024, data degli ultimi furti accertati, sono stati rubati più di 75 veicoli, Peugeot 3008, 208 e 308.

Nove persone sono state arrestate il 17 settembre, cinque delle quali, la maggior parte delle quali con precedenti penali significativi, sono state incriminate dopo la detenzione per “furti di gruppo organizzati” et “associazione per delinquere”. Rischiano fino a dieci anni di carcere per i presunti reati.

Nel corso delle perquisizioni sono stati effettuati sequestri importanti: auto di lusso e una somma in contanti di 50.000 euro a uno di loro.

Secondo l’accusa si trattava di persone esperte e specializzate in furti d’auto. Poiché i veicoli non sono stati venduti, i loro numeri di serie non sono noti, il che rende ancora più difficile rintracciarli, ha spiegato l’accusa. La maggior parte è stata rivenduta in Nord Africa, principalmente in Algeria.

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