L’autorità di regolamentazione del settore audiovisivo ha presentato lunedì 13 gennaio la nuova griglia di numerazione dei canali DTT. Diverse emittenti, tuttavia, si ritengono lese da questo sconvolgimento. Giusto?
Modifica nel piccolo lucernario. Il presidente uscente dell’Autorità di regolamentazione delle comunicazioni audiovisive e digitali (Arcom), Roch-Olivier Maistre, ha annunciato il 13 gennaio la futura numerazione dei canali televisivi. Dal 6 giugno 2025, i francesi potranno osservare alcuni sconvolgimenti accendendo il telecomando, nove cambiamenti in totale.
Questa decisione fa seguito in realtà al progetto di ridistribuzione delle 15 frequenze DTT lanciato nel febbraio 2024, la cui autorizzazione degli editori a trasmettere scade il 28 febbraio 2025. Ricordiamo che questa stessa procedura è sfociata l’estate scorsa nella tanto commentata decisione di estromettere C8 e NRJ12. Canal + ha scelto di ritirarsi dal suo canale 4.
Costituzione dei blocchi
In ordine di apparizione, la prima scelta di Arcom, e non ultima, è stata quindi quella di destinare il canale vacante 4 a France 4. Si tratta, nella mente del regolatore, di costituire un primo “blocco” di canali di servizio pubblico con , nell’ordine di apparizione, France 2, France 3, ora il canale giovanile France 4 poi France 5. La buca numero 8 persa da Cyril Hanouna è stata riassegnata ai canali parlamentari LCP e Public Sénate. L’altro canale giovanile, Gulli, ex numero 18, ha fatto un grande balzo in avanti e si è riconquistato il numero 12.
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È dal lato dei canali di informazione continua che i cambiamenti sono più notevoli, i membri di Arcom vogliono la creazione di un blocco dedicato “affinché i telespettatori abbiano un accesso semplificato a un’offerta pluralistica di informazioni”. Troveremo ora al numero 13 il canale di Rodolphe Saadé, BFMTV, al numero 14 quello di Vincent Bolloré, CNews, poi subito dietro, LCI del gruppo TF1 al 15 e Franceinfo al 16.
Successivamente arrivano i due nuovi arrivati che hanno il loro ingresso alla fine della sequenza di riassegnazione e il loro ordine è stato estratto a sorte. Il canale del miliardario ceco Daniel Kretinsky (proprietario di Marianne), CMI TV, sarà trasmesso sul canale 18, quello del gruppo Ouest-France, Ouest-France TV, al numero 19.
Vincitori e vinti?
Tuttavia, questo rimescolamento delle carte ha diviso il PAF. Quando alcuni redattori del canale apprezzano le scelte dei nove membri di Arcom, altri al contrario si sentono offesi. Da un lato, il servizio pubblico e Delphine Ernotte, presidente di France Télévisions, possono rallegrarsi dell’aumento di numerazione di due dei suoi canali. In particolare da France Info, la cui retrocessione sul canale 27 può in parte spiegare il calo di ascolti degli ultimi anni. Lo stesso vale per il gruppo TF1, il cui CEO, Rodolphe Belmer, ha accolto con favore il passaggio di LCI dal canale 26 al canale 15. Nel 2018, France 4 è scampato per un pelo alla chiusura a causa del suo scarso pubblico, prima che la sua utilità durante la pandemia non salvi la sua pelle.
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Dal lato “non contento”, troviamo logicamente gli editori in competizione con queste fusioni. In seguito a questi annunci, Nicolas de Tavernost, presidente del gruppo RMC-BFM, ha deplorato al microfono di France Info “ una decisione difficile da digerire. “Ciò che mi sconvolge, non te lo nasconderò, è quello, senza nessun’altra precauzione, il canale che storicamente occupiamo da vent’anni anni – e nei quali abbiamo investito moltissimo – era Canale 15 e siamo stati cacciati di casa senza preavviso”, si è rammaricato dell’ex capo del M6, che teme un calo di pubblico e una maggiore concorrenza pubblicitaria.
Se per diversi mesi il canale CNEWS ha avuto il vento in poppa tra il suo pubblico, dovrà lottare anche all’interno di questo blocco. Infine, i due nuovi arrivati, CMI e Ouest-France, possono applaudire al loro posizionamento. Infatti, fin dalla creazione di TNT nel 2005, era consuetudine che arrivassero gli ultimi canali per prendere gli ultimi numeri.
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Questi timori, come queste celebrazioni, sembrano fondati. Thierry Thuillier, responsabile dell’informazione di TF1, lo stimava nell’agosto 2024 “la numerazione lontanissima di LCI” era un «handicap» per il suo canale. “Non appena inizi a spostare un numero, ovviamente le conseguenze sono a cascata”aveva riconosciuto anche Roch-Olivier Maistre. Consideriamo quindi che più basso è il numero di un canale, più lo spettatore lo memorizza e maggiori sono le probabilità di ritrovarlo navigando. La battaglia dei telecomandi inizierà il 6 giugno.