“Una danza sull'orlo del vulcano”: come la stampa estera vede la crisi politica in Francia

“Una danza sull'orlo del vulcano”: come la stampa estera vede la crisi politica in Francia
“Una danza sull'orlo del vulcano”: come la stampa estera vede la crisi politica in Francia
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“Il crepuscolo di Macron”, “La danza sul bordo del vulcano”… La stampa estera non ricorre alla metafora per descrivere la crisi politica francese.

Il rischio della caduta del governo Barnier provoca reazioni da Washington a Berlino, con marcata preoccupazione un po' ovunque per la crisi che potrebbe seguirne.

Una rapida panoramica di alcuni dei titoli principali.

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Mozione di censura: il governo Barnier è appeso ad un filo

“La Francia è diventata la Grecia-sur-Seine?”. Il titolo di questo editoriale da Giornale di Wall Street (nuova finestra) dà il tono alle preoccupazioni della stampa americana riguardo alla situazione a Parigi. L'annuncio di mercoledì 4 dicembre di una mozione di censura, che ha tutte le carte in regola per far cadere il governo Barnier, è seguito ampiamente oltreoceano. Il rischio di una grave crisi finanziaria nel cuore dell’Europa viene affrontato di petto e gli scenari post-Barnier sono già al vaglio.

Meno allarmista di Giornale di Wall StreetIL New York Times (nuova finestra) sottolinea l'enorme debito della Francia, ma ritiene che il paese possa contare su un'economia più solida di quella della Grecia, e ricorda che la possibilità di uscire dall'euro non è assolutamente prevista, a differenza della Grecia nel 2010 e nel 2012. La Francia è “troppo grande per fallire”in francese), stima il corrispondente da Parigi per gli affari europei del quotidiano americano. Liz Alderman non crede in a “Scenario greco”ma constata d'altro canto che gli investitori hanno cominciato a farlo “punire la Francia”rivendendo in massa i loro titoli e obbligazioni francesi.

Tutti i giornali americani devono ricordare ai loro lettori il processo politico che ha portato alla situazione attuale, a partire dallo scioglimento dell'Assemblea Nazionale, di cui non hanno necessariamente seguito tutti gli episodi. Il rischio di un governo francese paralizzato il 1° gennaio ricorda anche all'opinione pubblica americana la propria situazione “fermare”durante i blocchi parlamentari. Diversi articoli sottolineano i meccanismi che dovrebbero evitare che la Francia si trovi in ​​situazioni del genere, che negli Stati Uniti possono arrivare fino al congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici.

Michel Barnier, molto noto oltremanica

In Europa i lettori hanno meglio identificato i vari personaggi della telenovela parigina dal suo scioglimento lo scorso giugno. Gli articoli sono quindi chiaramente più focalizzati sugli equilibri di potere nell'Assemblea, che hanno portato a questo “cliffhanger“Lunedì sera: mercoledì cadrà il governo Barnier?

Sul sito del quotidiano britannico Il Guardianola crisi politica francese è oggetto di un “live” (nuova finestra)un thread regolarmente aggiornato con nuove informazioni e dichiarazioni. Michel Barnier è una figura più conosciuta nel Regno Unito che nel resto d'Europa, essendo stato il volto di Bruxelles durante tutto il periodo dei negoziati per l'uscita dall'eurozona.

La stampa britannica è particolarmente concentrata sulle ultime ore prima dell'annuncio di Marine Le Pen che il suo gruppo voterà la mozione di censura del PFN. Il giornale I tempi (nuova finestra) ritiene che Michel Barnier “Forse puntava sul fatto che la Le Pen non è pronta, se dovesse far cadere il suo governo, ad essere ritenuta responsabile del caos”. Un'intuizione confermata nelle ultime ore dall'informazione https://twitter.com/leonardattal/status/1863894849134415925?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1863897366455017698%7Ctwgr%5E887075baa1df566f89326316204a5cb7365a8bfe%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Ftf1info-backoffice.prod.athena.tf1.fr%2Flivessecondo cui il Primo Ministro ha dichiarato davanti ai testimoni: “Non pensavo che avrebbe osato.”.

IL Custode si interroga sulle reali motivazioni della capogruppo RN all'Assemblea, ricordando le sue traversie giudiziarie. Marine Le Pen ha optato per la censura dopo aver rifiutato a lungo l'idea, forse in vista di elezioni presidenziali anticipate in caso di dimissioni di Emmanuel Macron, ipotizza il giornale. “Potrebbe sperare, se fosse all'Eliseo all'inizio di febbraio, di rendere impossibile il compito dei giudici quando dovranno decidere sulla sua ineleggibilità il 31 marzo”ipotizza un analista della società di consulenza Eurasia Group, citato dal Custode.

“Il crepuscolo di Macron”

“Facendo cadere il governo francese, Marine Le Pen punta sul caos”aggiunge il quotidiano svizzero Clicca (nuova finestra)secondo la terminologia di numerosi leader politici francesi apparsi successivamente in televisione e in radio a partire da lunedì pomeriggio. “Il governo Barnier dovrebbe cadere mercoledì alle 16”.annuncia ai lettori il quotidiano zurighese, prevedendolo “La Francia sprofonderebbe ulteriormente nella crisi politica (…), con il rischio aggiuntivo di una crisi finanziaria legata alla fiducia dei mercati”.

Più abituata alle crisi parlamentari e alle cadute dei governi, la stampa italiana vuole essere più fattuale e già progetta scenari futuri. Il quotidiano torinese La Stampa (nuova finestra) sottolinea in particolare i meccanismi che consentiranno al governo e ai servizi statali di continuare a funzionare anche se ci vorrà del tempo per trovare un successore di Michel Barnier. La Repubblica (nuova finestra) evoca il “Il crepuscolo di Macron”che lei giudica “senza eredi e senza alleati”di fronte a “Parlamento ingovernabile”.

“Il Paese è tornato al punto di partenza”

In Spagna, L'avanguardia prende atto dell'impasse politica francese e teme anche le conseguenze concrete di questa crisi sul “la seconda economia più grande dell'Unione Europea”. Il quotidiano di Barcellona elenca le concessioni di Michel Barnier al Rally Nazionale, che “avrebbe dovuto servire ad ammorbidire l'estrema destra”, et che non avrà impedito che diventasse due giorni dopo “il più corto della Quinta Repubblica”. Il mondo ricorda anche il precedente del 1962, che vide la caduta del governo Pompidou, sotto la presidenza di Charles de Gaulle. Cambiando nuovamente governo, tre mesi dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, “Il Paese è tornato al punto di partenza”nota la corrispondente da Parigi del quotidiano di centrodestra, Raquel Villaecija.

“Instabilità” è quanto rileva anche il quotidiano belga La sera (nuova finestra)sottolineando che Michel Barnier probabilmente non lo sarà “non più in carica” alla fine della settimana. Il suo concorrente Il Libero punta “la manovra ad altissimo rischio” dell'attivazione di 49.3, “un passaggio di forza che suona come una terribile ammissione di debolezza”.

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Dall'altra parte del Reno è soprattutto il “stabilità finanziaria” cosa che preoccupa la stampa. La rivista Managerla rivista economica del gruppo Lo specchiosottolinea il pericolo rappresentato da a “macchina politica incontrollabile”. “È una danza sul bordo del vulcano”stima il mensile, riferendosi anche alla crisi greca del 2010. “Nessuno sa veramente cosa accadrà dopo.”abbonda Francoforte Allgemeine, puntando “l’inevitabile bilancio di austerità” come causa della crisi politica.

Il tempo è fermo per la stampa estera, dove nessuno osa prevedere il futuro al di là del voto sulle mozioni di censura di mercoledì, se non elencare i possibili scenari. L’incertezza, al centro della maggior parte degli articoli, viene analizzata anche di per sé come un fattore negativo per i mesi a venire.


Frédéric SENNEVILLE

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