una serie ispirata a fatti realmente accaduti, all’orrore dei bambini nativi americani rapiti e rieducati

una serie ispirata a fatti realmente accaduti, all’orrore dei bambini nativi americani rapiti e rieducati
una serie ispirata a fatti realmente accaduti, all’orrore dei bambini nativi americani rapiti e rieducati
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Little Bird è una nuova serie shock in onda su Arte, da maggio 2024 e in onda il giovedì alle 20:55.

Piccolo uccello racconta la storia di Bezhig Little Bird, una bambina nativa americana, rapita dalla sua famiglia all’età di 5 anni insieme a due dei suoi fratelli e sorelle dai servizi di protezione dell’infanzia nella riserva di Long Pine, in Canada, prima di essere data in adozione. Solo il loro fratello maggiore, che andava a caccia con il padre, è scampato al rapimento. Ora ventenne, Bezhig, ribattezzata Esther Rosemlum dalla sua famiglia adottiva, vive a Montreal, studia per diventare avvocato e sta per sposarsi. Il razzismo latente a cui è sottoposta, però, genera in lei un profondo disagio, che la spinge ad andare alla ricerca di risposte sulle sue origini…

Premiata al festival Séries Mania 2023, la miniserie Piccolo uccello approfondisce la dolorosa storia del Canada, che negli ultimi anni ha dovuto affrontare il suo passato coloniale e le pratiche assimilazioniste che hanno distrutto migliaia di vite e sono paragonate a un genocidio culturale. Tra il 1951 e il 1980, migliaia di bambini indigeni (Prime Nazioni, Métis, Inuit) furono sottratti alle loro famiglie e adottati da famiglie, per lo più non indigene, nel tentativo di assimilarli alla cultura dominante.

Una storia vera nella finzione

La storia, raccontata in sei commoventi episodi in Piccolo uccello, non è quindi un fenomeno isolato. Esso illustra nel modo più crudo il risultato delle misure adottate dal governo canadese negli anni ’50 e in particolare la modifica dell’Indian Act nel 1951. Ciò permetterà alle province di agire senza il consenso delle comunità indigene e aprirà la strada a ciò che è chiamato oltreoceano lo “scoop degli anni Sessanta”. Questo termine, usato per la prima volta dal ricercatore Patrick Johnston in un rapporto del 1983, descrive le prime ondate di rapimenti di massa in cui Piccolo uccello registri.

Nella Columbia Britannica, ad esempio, il numero dei bambini indigeni sotto protezione statale esplose, passando da 29 nel 1951 a 1.466 nel 1964. Cifre che continuarono a crescere negli anni successivi e in diversi stati. A Manitoba, tra il 1971 e il 1981, furono adottati anche circa 3.400 bambini aborigeni. I tentativi di fare il punto sono delicati e laboriosi. Secondo il Ministero degli Affari Indigeni, tra il 1960 e il 1990 in tutto il Canada sono stati adottati più di 11.000 bambini. Ma la cifra di 20.000 bambini è stata menzionata da diversi studi recenti.

L’orrore delle scuole residenziali per autoctoni

Allo stesso tempo, fino al 1996, le scuole residenziali gestite dalla Chiesa per bambini indigeni sono state teatro di violenze indescrivibili, compresi abusi sessuali. Richard Kistabish, separato dalla sua famiglia all’età di 6 anni, ha recentemente testimoniato in diversi media, tra cui Le Monde in Francia, sugli orrori vissuti e sui tentativi di suicidio dei suoi compagni, traditi e maltrattati nel quadro di un sistema educativo che mirava a ” uccidi l’indiano nel cuore del bambino.” Centinaia di bambini patiranno come lui abusi fisici, sessuali e psicologici in questi orribili collegi.

Scavi recenti, come quelli a Kamloops, nella Columbia Britannica, dove sono stati scoperti i resti di 215 bambini in una fossa comune, hanno risvegliato vecchie ferite e spinto il Canada a confrontarsi con il suo passato. Le scuse nazionali e i gesti di riconoscimento, come l’istituzione di un giorno festivo per commemorare le vittime, hanno da allora mostrato il desiderio di correggere i torti.

Una riparazione impossibile?

Rispondendo all’appello alla riconciliazione, diverse province hanno rilasciato scuse ufficiali. Il 18 giugno 2015, Manitoba si è scusata per queste adozioni forzate e il 1 febbraio 2017 il governo federale ha annunciato la volontà di risolvere una causa collettiva da 1,3 miliardi di dollari, la prima vittoria legale per le vittime. Figure come Adam North Peigan hanno espresso l’importanza delle scuse, definendole “significative” e un passo verso la guarigione.

Ma la strada è ancora lunga e irta di ostacoli. Le conseguenze sono profonde e durature tra i nativi americani di oggi, tra perdita di identità culturale, diminuzione dell’autostima e, per molti, una vita di solitudine e confusione, come superbamente illustrato da Piccolo uccello. I problemi legati alla salute mentale sono complicati dal fatto che molti scoprono le loro origini aborigene solo in tarda età, spesso per caso.

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