Yann Barthès è molto commosso dalla lettera di Charles Biétry sulla fine della vita

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Cattura schermata TMC Yann Barthès con un ritratto di Charles Biétry sullo sfondo, su “Quotidien” del 9 aprile 2024.

Cattura schermata TMC

Yann Barthès con un ritratto di Charles Biétry sullo sfondo, su “Quotidien” del 9 aprile 2024.

TELEVISIONE – Grande emozione sul set di Quotidiano. Il programma in onda su TMC ha dedicato il tema di questo martedì 9 aprile al fine vita, alla vigilia della presentazione del disegno di legge sulla “morte assistita” al Consiglio dei ministri. Il conduttore Yann Barthès ha parlato del giornalista Charles Biétry al quale è legato, ed era sull’orlo delle lacrime.

“Vorrei salutare questa sera un uomo che amiamo moltissimo, un uomo con cui qualche volta parliamo, che ci guarda questa sera come ogni sera, che non manca mai di reagire allo spettacolo (…) . Charles Biétry ha significato molto per la televisione e lo sport. Ha la malattia di Charcot.si chiede Yann Barthès.

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Chiamata anche sclerosi laterale amiotrofica (SLA), questa patologia neurodegenerativa ancora incurabile paralizza gradualmente i muscoli, impedendo gradualmente di camminare, mangiare, parlare o respirare senza aiuto, mentre il cervello rimane intatto. In Francia ne sono colpite dalle 5.000 alle 7.000.

Charles Biétry ha chiesto al presentatore di leggere un estratto della lettera da lui scritta e pubblicata sul quotidiano sportivo Il gruppo poche settimane fa. Yann Barthès poi recita: “I tre colpi discreti alla porta della mia camera avrebbero dovuto avvisarmi. L’ingresso di tre medici dal volto impassibile avrebbe dovuto preoccuparmi. Le loro parole spietate che mi annunciavano questa malattia di Charcot avrebbero dovuto angosciarmi. Quindi stavo per morire e non avevo paura. »

“Lasciatemi morire in pace”

Egli persegue: “Perché prima di parlare della nostra fine, vorrei dire ai miei compagni malati che non appena si conoscerà la diagnosi, vorrà dire che ci restano pochi mesi e qualche anno da vivere. Non sprechiamoli, sono troppo preziosi. »

Charles Biétry racconta poi di aver preparato tutto per porre fine alla sua vita in Svizzera, Paese dove il suicidio assistito è autorizzato da molti anni. Ma la Francia ha deciso di legiferare in materia, dopo anni di procrastinazione e mesi di consultazioni. UN “dono dal cielo”dice il giornalista nel suo articolo.

“Non c’è più bisogno di andare in Svizzera, non c’è più bisogno di nascondermi nello studio di un medico che infrangerebbe la legge, non c’è più bisogno di lottare affinché la mia libertà venga rispettata”. esulta Charles Biétry nel suo testo, in cui chiede semplicemente: “Lasciatemi morire in pace. »

Al termine della lettura, la voce di Yann Barthès si fa tesa. Con la voce tesa, conclude con queste parole del suo amico: “Dico a tutti i miei amici malati: tenete duro, la ricerca va avanti. Forse alcuni di noi saranno salvati. Io probabilmente no, ma almeno avrei visto un primo passo avanti, ancora insufficiente, di cui avrei potuto beneficiare. E questo mi permette di concludere che si tratta di un piccolo passo per l’umanità, ma un grande passo per la dignità. »

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