Sabato sera il Forum delle famiglie degli ostaggi ha chiesto di unirsi alla richiesta di revoca del divieto di pubblicazione sul caso di sicurezza, che secondo quanto riferito tocca anche la questione della fattibilità di un accordo per la restituzione degli ostaggi.
Nella richiesta presentata al tribunale si legge: “L'interesse del Comitato, in quanto organizzazione che riunisce numerose famiglie di ostaggi, prevale su qualsiasi interesse pubblico generale alla revoca del divieto di pubblicazione, nella misura in cui vi sia qualcosa in la pubblicazione che potrebbe essere rilevante per questa delicata questione. Si tratta quindi di un interesse prioritario che deve essere soppesato rispetto a tutte le altre considerazioni. La nostra unica richiesta è quella di essere ascoltati e supportare qualsiasi richiesta di divulgazione di documenti idonei a far luce sulle trattative liberazione degli ostaggi o opposizione alla loro liberazione, nonché ogni fatto che possa avere rilievo, anche indiretto.”
“Stiamo assistendo a una manipolazione dei media, alcuni dei quali ignorano il destino di questi ostaggi e spesso sabotano i tentativi di riportarli indietro. Pertanto, se c'è anche solo un grammo di informazione nel materiale vietato che potrebbe orientare le trattative per il rilascio della nostra famiglia membri o, in alternativa, sui motivi del ritardo nel loro rilascio, le famiglie hanno il diritto di ricevere queste informazioni nella loro interezza e di non dipendere esclusivamente dai media perché da essi dipendono le vite umane, così come la vita degli ostaggi quelli dei loro familiari la cui vita si è interrotta il 23.10.20 e i cui sforzi da allora sono stati rivolti alla liberazione dei loro cari”, si legge inoltre.
Il Comitato Famiglie afferma: “Mentre la clessidra si avvicina alla fine, quando sentiamo parlare di ostaggi che hanno perso la vita, e poiché presumiamo che ce ne siano altri i cui giorni sono contati, ogni elemento informativo è di cruciale importanza per le famiglie, non per solo informazioni riguardanti la possibilità di rilascio dei loro cari, ma anche, purtroppo, qualsiasi informazione che possa comprometterla”, ha affermato anche il Forum.
Giovedì scorso, informazioni dai24NEWS ha rivelato che un portavoce che ricopriva incarichi delicati all'interno della Presidenza del Consiglio era sospettato di aver commesso reati legati alla sicurezza informatica nell'esercizio delle sue funzioni. L'individuo era impiegato in una posizione delicata nonostante non avesse superato i precedenti test di autorizzazione di sicurezza, che avrebbero dovuto impedirgli qualsiasi accesso all'ufficio. In linea di principio, questo dipendente non avrebbe mai dovuto avere accesso al contenuto dell'ufficio né essere esposto a documenti riservati nell'esercizio delle sue funzioni.
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