Verso un nuovo scandalo sanitario? In questo numero di “Zone Interdite”, trasmesso questa domenica su M6, Ophélie Meunier e le sue équipe indagano sulla preoccupante presenza di cadmio nei nostri alimenti. Questo metallo pesante, che si accumula nell’organismo, colpisce soprattutto una cittadina della Charente-Maritime dove la famiglia di Sophie e Mathieu vive un vero e proprio incubo. Il loro figlio Isaac, di 22 mesi, non può più giocare nel loro giardino, contaminato da metalli pesanti. “Ciò che mi preoccupa è non sapere come crescerà mio figlio, crescerà con una malattia responsabile di questo inquinamento?” chiede Mathieu.
Il loro vicino Benoît, in pensione, ha dovuto abbandonare il suo orto dopo aver ricevuto una lettera dal municipio. “È un disastro. Forse non siamo noi i responsabili di questa contaminazione», lamenta lui che era abituato a condividere la frutta e la verdura del suo orto con i vicini, compresa la piccola famiglia di Sophie e Mathieu. Gli esami del sangue rivelano risultati allarmanti, in particolare per Bruno, 68 anni, che ha un livello critico di cadmio, esponendolo al rischio di avvelenamento da piombo. L’indagine della rivista prosegue con un esperimento unico: l’analisi di 41 pani provenienti da diverse regioni della Francia. Il verdetto del tossicologo Joël Poupon è chiaro: sono tutti contaminati. Uno studio dell’agenzia regionale per la sicurezza sanitaria rivela che più di un terzo dei bambini sotto i 3 anni ingerisce una dose superiore alla soglia tollerabile. Un dato ancora più preoccupante se si considera che, secondo Public Health France, quasi un adulto su due e un bambino su cinque presentano livelli eccessivamente elevati di cadmio.
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“Ora vedo il mio frigorifero come un serial killer”
Nella sua lotta per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli del cadmio, il cardiologo Pierre Souvet organizza sempre più conferenze e interventi, soprattutto negli istituti di istruzione superiore. La sua osservazione è chiara: “Non appena iniziamo a diventare più piccoli, più invecchiamo, più abbiamo. La media dei francesi è tre volte più alta di quella degli americani, e tra i bambini è peggio, 4 volte peggio dei bambini americani e 3 volte più dei bambini tedeschi. Questo è un problema assolutamente grave e bisogna affrontarlo”.
L’inchiesta “Zona Interdite” risale al Marocco, principale esportatore di fosfati utilizzati nei fertilizzanti francesi. Il regno è uno dei principali esportatori mondiali di questo minerale, ma il suo fosfato ha un contenuto di cadmio molto più elevato rispetto a quello di altri paesi. Gli Stati Uniti, ad esempio, ne contengono da 5 a 8 volte di meno, così come l’Arabia Saudita. Philippe Schrapp, ex commerciante di fosforo che conosce perfettamente il settore, accusa il gruppo Roullier, leader del mercato: “Il problema di Roullier è che è molto legato al Marocco, ma il fosfato marocchino contiene cadmio in quantità relativamente piccole. importante.” Denuncia un sistema che favorisce le importazioni marocchine grazie agli accordi di libero scambio che permettono di risparmiare il 6,5% di dazi doganali su ogni tonnellata acquistata, a scapito dei fosfati di migliore qualità. “Il Marocco ha il cadmio in questi fosfati ma non paga i dazi doganali per entrare nell’Unione Europea mentre per gli altri produttori: americani, russi o sauditi hanno dazi doganali pur avendo un fosfato della migliore qualità senza cadmio (…) È il bonus per chi inquina” riassume.
Di fronte a questa situazione, Pierre Souvet protesta e chiede maggiore trasparenza alle autorità: “Non so se è smentita ma c’è qualcosa che non va. È un problema sanitario, gli studi si accumulano ma nessuno ne parla. I francesi, i medici, i farmacisti non sono informati, nessuno lo sa. Un silenzio tanto più preoccupante in quanto dall’indagine emerge che ad oggi il livello di cadmio presente nel nostro organismo è raddoppiato in 10 anni a causa del consumo quotidiano di pane, pasta, cereali oltre che di frutta e verdura. Sui social i telespettatori sconvolti da queste rivelazioni denunciano un vero e proprio scandalo sanitario.