Incarcerato nel carcere di Luynes, un detenuto corso trovato morto nella sua cella

Incarcerato nel carcere di Luynes, un detenuto corso trovato morto nella sua cella
Incarcerato nel carcere di Luynes, un detenuto corso trovato morto nella sua cella
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Messo in custodia cautelare nel centro penitenziario di Aix-Luynes per un mese e mezzo, Stéphane Angelotti è stato trovato morto nella sua cella martedì 21 gennaio. L’uomo di 54 anni è stato incarcerato in seguito alla sua accusa nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio assassinio di Paul-Félix Paoli.

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I fatti hanno avuto luogo martedì 21 gennaio, a mezzogiorno, nel centro penitenziario di Aix-Luynes.

Stéphane Angelotti è stato trovato morto, impiccato nella sua cella nel carcere situato a Bouches-du-Rhône. Era stato incarcerato lì sin dalla sua incriminazione l’8 dicembre 2024, nell’ambito delle indagini sull’assassinio di Paul-Félix Paoli.

Secondo le prime informazioni, il detenuto corso, 54 anni, ha approfittato di una uscita nel parlatorio del suo compagno di cella per suicidarsi impiccandosi.

La procura di Aix-en-Provence ha aperto un’indagine per determinare le cause e le circostanze precise della morte.

Raggiunto telefonicamente questo martedì in prima serata dalla redazione di France 3 Corse, il suo avvocato, Me Jean-Sébastien de Casalta, “non desidera fare alcun commento in questa fase riguardo alla morte del suo cliente”.

Stéphane Angelotti è stato incarcerato un mese e mezzo fa in seguito alla sua incriminazione nell’ambito delle indagini sull’assassinio di Paul-Félix Paoli.

Dirigente di diverse società, in particolare nel settore immobiliare ed edilizio, quest’uomo di 51 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte tra il 23 e il 24 agosto 2023 a Poggio-Mezzana, nel parcheggio de La Caravelle, ristorante il cui era il direttore.

Dirette da un magistrato inquirente della Giurisdizione interregionale specializzata di Marsiglia, le indagini hanno portato all’incriminazione di quattro persone, di cui tre lo scorso dicembre, per “omicidio di gruppo organizzato” e “associazione per delinquere”.

Tra loro c’erano Stéphane Angelotti, Jérôme Regetti e Cédric Courbey. Paul-André Contadini è stato incriminato e posto in custodia cautelare nel marzo 2024. Dinanzi al gip i quattro uomini hanno tutti contestato il loro coinvolgimento in questa vicenda.

L’indagine ha fatto progressi spettacolari dopo le rivelazioni di Marco Raduano. Presentato come uno dei leader della Società foggiana, un gruppo mafioso pugliese, questo italiano è stato arrestato ad Aleria nel febbraio 2024 mentre era in fuga dopo la sua fuga da un carcere sardo un anno prima. L’operazione è stata effettuata congiuntamente dalle autorità francesi e italiane.

Divenuto successivamente collaboratore di giustizia nel suo Paese, Marco Raduano ha poi confessato di aver commesso l’omicidio di Paul-Félix Paoli.

Si accusa di averlo ucciso. Nurri, sbiancato in un asilo in Corsica durante la fuga, Raduano avrebbe accettato di commettere questo crimine in segno di ringraziamento per i suoi amici corsi”ha spiegato Nicolas Bessone, pubblico ministero di Marsiglia, nel corso di una conferenza stampa tenuta a metà dicembre con tre dei suoi omologhi transalpini.

Quest’ultimo, tra cui la Procura nazionale antimafia, ha accolto con favore”un’indagine emblematica sulla cooperazione tra Francia e Italia”.

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Nicolas Bessonne, pubblico ministero di Marsiglia, circondato da tre procuratori italiani durante una conferenza stampa organizzata lunedì 16 dicembre.

© Marie-Françoise Stefani / FTV

Nello stesso caso, Marco Furfaro, vivaista di Lucciana sospettato di aver aiutato Marco Raduano durante la sua fuga in Corsica, ha presentato ricorso in Cassazione dopo che la sezione inquirente della Corte d’appello di Bastia aveva, il 12 dicembre, convalidato la sua estradizione a Italia. In udienza, ha detto “paura per la tua incolumità” se fosse stato estradato.

Martedì 21 gennaio, il suo ricorso in cassazione è stato respinto dalla massima corte della magistratura francese.

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