Da dieci anni nella mediateca di Reims (Marna), un robot smista e registra documenti per facilitare il lavoro dei bibliotecari. Nascosta dietro i terminali di restituzione, questa macchina dai meccanismi intriganti funziona 24 ore al giorno.
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Con una media di 2 000 prestiti giornalieri registrati, la mediateca Jean Falala di Reims (Marna) è il centro nevralgico delle biblioteche della metropoli. Per garantire la disponibilità e l’organizzazione dei documenti, un robot di smistamento assiste i dipendenti nella restituzione dei prestiti. Da dieci anni ingoia libri, film, videogiochi e CD nella sua trappola, 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
Se gli utenti vedono solo una scatola che si apre e si chiude quando rilevano opere nella libreria multimediale, il dietro le quinte rimane misterioso. “Lascio i miei libri una volta al mese ma non ho idea di cosa ci sia dietro” ammette Michelle, 68 anni, che è venuta a restituire libri e DVD. Tuttavia, i suoi documenti saranno disponibili per il prestito poche ore dopo.
Dall’altro lato, nastri trasportatori, computer e macchine si muovono e spingono i libri in una quindicina di contenitori tematici. Alcune di loro ricevono i libri da consegnare ad altre biblioteche della rete. Alla fine della catena, il “cestino dei problemi” è pieno di documenti che il computer non è riuscito a elencare.
France 3 Champagne-Ardenne ha colto l’occasione per seguire in video il viaggio di un libro verso la sua immissione sugli scaffali.
durata del video: 00h01mn33s
Da 10 anni questo robot permette di restituire i libri alla biblioteca, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. In qualsiasi momento gli utenti possono metterli in una trappola poi una macchina automatizzata si occupa di registrarli e smistarli.
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©France Télévisions
Questo sistema sostituisce gli scanner che l’utente o il bibliotecario utilizza per scansionare l’etichetta del documento al momento della restituzione del prestito. Una procedura che può rivelarsi noiosa a seconda del numero di documenti da registrare. Jean-Marc Laithier, direttore delle biblioteche di Reims, è favorevole a un approccio più semplice per tutti: «Riduciamo al minimo i vincoli: più sono, meno utilizziamo il servizio. » Controllata da chip e antenne che comunicano con le onde radio, l’identificazione a radiofrequenza (RFID) esiste nelle biblioteche da circa vent’anni.
Finlandia e Svezia sono tra i precursori ma in Francia la biblioteca di Reims, con i suoi dieci anni di attività, è tra i primi beneficiari. “Non possiamo immaginare di farne a meno”recognizes Jean-Marc Laithier.
I bibliotecari sono ancora responsabili di riporre i documenti nei contenitori tramite un breve tragitto in carrozza. Poi arriva il momento del tour in cui un camion raccoglie i documenti delle altre biblioteche e mediateche per riportarli al loro posto. Un circuito dagli ingranaggi ben oliati che il management intende migliorare rendendo il sistema più resistente agli inceppamenti e ai documenti sovrapposti.
(Con Laurent Offerlé-Guillotin)