Martedì 4 dicembre 2001, la stazione di polizia del quartiere di Aubiers, a nord di Bordeaux, ha ricevuto una telefonata preoccupante da parte di un padre. Suo figlio, Larbi Fanousse, quasi undici anni, non tornava mai a casa da scuola. Partono le prime perquisizioni: si esplorano cantine, lotti liberi, parcheggi e si intervistano i residenti. Alcuni affermano di aver visto il ragazzo andare di porta in porta vendere i biglietti della lotteria il giorno della sua scomparsa.
Il corpo del bambino viene finalmente ritrovato due settimane dopo, ai piedi di un bidone dei rifiuti, a 500 metri dal paese di Aubiers. Larbi Fanousse è parzialmente nudo, è stato picchiato e la sua testa è stata avvolta in un camice usa e getta. Su questo indumento, vengono scoperte tracce di sperma. Il corpo sarebbe stato abbandonato di recente, essendo già stata esplorata la zona desolata.
Pochi giorni dopo, Alain Diaz, 41 anni, e la sua compagna Marie-France, 40 anni, residenti nella città di Aubiers, sono stati arrestati dalla polizia. Va detto che l’uomo non è sconosciuto alla legge: nel 1983 tentò di strangolare l’allora fidanzata, poi nel novembre 1997 fu nuovamente arrestato per violenza sessuale su due ragazzini di sei e nove anni, compreso il figlio del suo attuale compagno. È stato condannato a diciotto mesi di carcere, dodici dei quali sospesi.
In custodia di polizia, Alain Diaz nega però di aver ucciso il piccolo Larbi Le tracce di DNA trovate sul corpo del bambino corrispondono all’identità genetica del sospettato. Durante la perquisizione della famiglia Diaz, la polizia ha notato macchie di sangue appartenute al bambino. Hanno messo le mani anche sui biglietti della lotteria. Marie-France, la compagna, psicologicamente fragile, viene liberata. Alain Diaz, invece, è indagato per sequestro di persona, sequestro e omicidio volontario.
Un soggiorno in un ospedale psichiatrico
Di fronte agli indizi presentati dagli investigatori, ammette di aver lasciato che il bambino tornasse a casa per vendergli i biglietti della lotteria. Si dice che Larbi si sia ferito accidentalmente con un armadietto di metallo. C’era molto sangue, quindi Diaz avrebbe soffocato il bambino con un cuscino per alleviare la sua sofferenza. Mesi dopo ritrattò: non uccise il bambino.
Il suo percorso psichiatrico viene studiato dal giudice e dagli investigatori che apprendono che, pochi giorni prima del rapimento del piccolo Larbi Fanousse, il sospettato aveva trascorso un breve ricovero presso l’ospedale specializzato Cadillac, vicino a Bordeaux. «Dice che non sta bene. E’ in crisi. Ma ehi, oggi nei servizi psichiatrici i mezzi sono tali che non possiamo fare di più, dice Me Sylvie Reulet, avvocato della famiglia di Larbi Fanousse. In questo caso li diamo. farmaci per stabilizzare il loro umore e le loro ansie… E li lasciamo andare”. L’individuo ritornò allo stabilimento il 6 dicembre 2001, due giorni dopo la scomparsa, dove rimase ricoverato fino all’11 dicembre.
Lunedì 3 maggio 2004, Alain Diaz, 43 anni, si è trovato davanti alla corte d’assise della Gironda, a Bordeaux. L’imputato contesta immediatamente ogni confessione che ha saputo formulare. Gli abiti del bambino, ritrovati nella sua abitazione, erano stati raccolti in discarica. Secondo lui, ad ucciderlo è stato uno sconosciuto, «uno che aveva trovato le chiavi di casa mia ed era entrato quando io non c’ero», ha detto. Dopo due ore e mezza di deliberazione, Alain Diaz è stato condannato all’ergastolo. Stessa sentenza in appello. Uno psicologo esperto lo ha presentato come “un uomo con una lunga storia di pedofilia, bugiardo e manipolatore, amorale, privo di rimpianti, rimorsi e sensi di colpa”.
Ospiti di “L’ora del crimine”
– Io Sylvie Reulet, avvocato del foro di Bordeaux, avvocato della famiglia di Larbi Fanousse.
– Jean-Michel Desplos, capo del dipartimento di polizia e giustizia del quotidiano Sud-Ouest di Bordeaux che ha seguito la vicenda.
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