Nel 2019, Ari Aster ha restituito le lettere di nobiltà a un genere a volte bistrattato in occasione dell’uscita al cinema di Mezza estate. Un film horror psicologico che ci ha immerso nelle inquietanti tradizioni di una setta svedese durante il solstizio d’estate, questo progetto è stato uno schiaffo in faccia a tutti.
Vantando una valutazione media dell’83% su Rotten Tomatoes, il film è stato accompagnato da molte recensioni positive. “È strano e a tratti inquietante, (…) è pieno di idee, immagini e sensazioni che ti accompagnano fino alla fine“, ha scritto The Independent, mentre Newsday ha dichiarato: “Horror altamente artistico che non è per tutti gli stomaci“. Da parte sua, AP ha confidato: “Midsommar è un incubo ambulante e lo dico come un complimento“.
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Una prestazione sofferta per Florence Pugh
E se questo film è stato così potente, è soprattutto grazie alla performance mozzafiato della sua attrice protagonista: Firenze Pugh. Una vera rivelazione sullo schermo, ha brillato con la sua recitazione tanto commovente quanto sensibile. Purtroppo, ha appena ammesso, la sua prestazione non è stata priva di conseguenze.
Ospite del podcast Reign with Josh Smith, l’attrice ha rivelato di aver intrapreso una preparazione fin troppo intensa per interpretare questa donna in lutto, cercando di ricostruire se stessa dopo una terribile tragedia: “C’erano alcuni ruoli per i quali ho ceduto troppo e Ne sono uscito distrutto, per molto tempo“. Ruoli come quello di Dany in Mezza estate. “Mi sento davvero come se mi fossi approfittato di me stesso. per portarmi troppo lontano in certi angoli psicologici“, sussurrò.
“Sono andato troppo oltre”
Inoltre, le assicura Florence Pugh, non potrà mai più offrire una performance identica in futuro: “Quando vai avanti, realizzi: “Beh, non posso fare di nuovo una cosa del genere”. Sono andato troppo oltre‘.”
Vi rassicuriamo, sei anni dopo, l’attrice ama ancora tanto il film: “Quando guardo la mia performance, Sono orgoglioso di quello che ho fatto e di quello che è venuto fuori da me. Non me ne pento”. D’altronde sa che si è trattato di un servizio unico, e deve rispettarlo per il bene della sua salute mentale: “Ci sono chiaramente cose che devi rispettare di te stesso“. I limiti della famosa tecnica dell’Actor’s Studio…