uno sguardo indietro a più di 40 anni di eccessi, insulti e condanne razziste

uno sguardo indietro a più di 40 anni di eccessi, insulti e condanne razziste
uno sguardo indietro a più di 40 anni di eccessi, insulti e condanne razziste
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Nel corso della sua carriera politica, Jean-Marie Le Pen ha fatto della provocazione verbale uno strumento privilegiato di comunicazione politica.

Osservazioni virulente, dall’incitamento all’odio alla difesa dei crimini di guerra, che gli valsero numerose condanne ma paradossalmente servirono alla sua notorietà.

Uno sguardo agli episodi più famosi.

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È morto Jean-Marie Le Pen, esponente dell’estrema destra francese

Nel corso della sua carriera politica, Jean-Marie Le Pen non ha mai resistito al piacere di fare una battuta, di provocare, perfino di insultare. Commenti a volte innocui, spesso di cattivo gusto, ma che, in innumerevoli casi, hanno preso la forma di veri e propri appelli all’odio, presi di mira dalla giustizia. Oltre alle sue condanne per aggressione e percosse negli anni ’60, il leader di estrema destra, morto questo martedì 7 gennaio all’età di 96 anni, è stato processato nel 1971 per “scuse per crimini di guerra”, prima di avviare un’impresa dal Anni ’80.

Questi episodi mediatici, falsi errori regolarmente distillati dal fondatore del FN, hanno accompagnato il progresso del partito, scandendo le campagne elettorali. Demonizzandolo, hanno alimentato la notorietà di Jean-Marie Le Pen, che ha consolidato nel suo elettorato l’immagine dell’uomo “solo contro tutti”, iconoclasta e uccisore del “retto pensiero”, tema caro all’estrema destra.

Queste sequenze sono numerose e hanno lasciato tracce nella memoria collettiva.

“I malati di Aids, una specie di lebbroso”

Nel maggio 1987, mentre l’epidemia di HIV-AIDS seminava il panico in tutto il mondo, e in particolare in Francia, Jean-Marie Le Pen chiedeva il ricovero dei pazienti in centri medici specializzati. Ne “L’Ora della Verità” ha diffuso in questa occasione false informazioni sulle modalità della contaminazione. “L’AIDS è un neologismo ma non ne conosco altro, si contagia con il sudore, le lacrime, la saliva, il contatto. È una specie di lebbroso”.dice.

“Un dettaglio di Storia”

Nel settembre 1987, al Grand Jury di RTL-Il mondoJean-Marie Le Pen interviene nell’ambito di un dibattito sugli storici revisionisti, di cui sostiene alcune figure. “Non sto dicendo che le camere a gas non esistessero”spiega. «Non sono riuscito a vederne uno personalmente, non ho studiato la questione. Ma credo che sia un dettaglio della storia della Seconda Guerra Mondiale”.

Queste affermazioni, che seguiranno il presidente del FN per tutta la sua carriera politica, gli sono valse una condanna nel 1991. Ciò non gli ha impedito di ripeterla nel 1997, nel 2008 e poi nel 2015, esponendolo a nuovi procedimenti giudiziari e condanne.

“Crematorio Durafour”

Jean-Marie Le Pen, in un discorso pronunciato nel settembre 1988 in occasione dell’università estiva del suo partito, attaccò l’allora ministro della Funzione pubblica, Michel Durafour, che lanciò un appello alla “sterminare il Fronte Nazionale”.

Il leader dell’estrema destra ha poi dichiarato: “Sig. Durafour e Dumoulin […] disse: ‘Dobbiamo allearci nelle elezioni municipali, anche con il Partito Comunista, perché il Partito Comunista sta perdendo forza, mentre l’estrema destra continua a guadagnare forza.’ Signor crematorio Durafour, grazie per questa confessione.”

Commenti che gli erano valsi la revoca dell’immunità parlamentare e una condanna per insulto pubblico. In un’intervista del 2014, Jean-Marie Le Pen ha assicurato che non lo avrebbe fatto “non mi sono pentito”.

“Disuguaglianza razziale”

Nell’agosto 1996, Jean-Marie Le Pen ha dichiarato di credere nella “disuguaglianza razziale”. “Ci credo, sì, certo”dice. “Tutta la storia lo dimostra. Non hanno la stessa capacità né lo stesso livello di evoluzione storica”.

Commenti ribaditi nel febbraio 2015: “Ho detto che i neri corrono più veloci dei bianchi e nuotano molto più lentamente. Com’è? C’è una piccola differenza, vero? Che cosa c’è di scandaloso nel riconoscerlo?”ha detto durante un’apparizione su Franceinfo.

È stato condannato nel febbraio 2005 in appello per “incitamento all’odio razziale”, per le dichiarazioni formulate due anni prima, nelle quali aveva dichiarato davanti al tribunale Mondo (nuova finestra): “Il giorno in cui in Francia avremo non più 5 milioni, ma 25 milioni di musulmani, loro saranno al comando e i francesi abbatteranno i muri, cammineranno sui marciapiedi e abbasseranno gli occhi”.

L’occupazione tedesca “non particolarmente disumana”

In un’intervista al settimanale di estrema destra Rivarol nel gennaio 2005, Jean-Marie Le Pen riteneva che l’occupazione tedesca in Francia “non era particolarmente disumano”. Verrà condannato nel 2008 a 3 mesi di carcere e ad una multa di 10.000 euro.

La presenza “odore” dei rom

Nel luglio 2013 descriveva la presenza dei rom a Nizza come “pungente“e”fragrante”assicurandolo “50.000 Rom” sarebbero venuti a stabilirsi in questa città. Commenti che gli valsero una condanna in appello nel 2017. A fine 2013 era già condannato per le dichiarazioni pronunciate nel settembre 2012, durante la Summer University del FN, in cui aveva deriso i rom : “Siamo come gli uccelli, voliamo in modo naturale.”

“Monsignor Ebola”

Nel maggio 2014, a Marsiglia, Jean-Marie Le Pen ha sviluppato la teoria dell’estrema destra “rischio di sommersione migratoria”vale a dire la sostituzione di una popolazione con un’altra. Mentre in Africa infuria l’epidemia del virus Ebola, che ucciderà più di 11.000 persone, spiega “Monsignor Ebola può risolverlo in tre mesi”.

“Il lotto”

Nel giugno 2014, menzionando il nome di Patrick Bruel tra gli artisti che si oppongono al FN, Jean-Marie Le Pen aveva queste parole: “Senti, ne faremo un lotto la prossima volta.” Questi commenti gli sono valsi nuovi procedimenti giudiziari per “provocazione all’odio razziale”.

Omosessuali, “come il sale nella zuppa”

Prima di essere ricoverato in ospedale nel giugno 2018, Jean-Marie Le Pen doveva essere processato per “provocazione all’odio o alla violenza” e “insulto pubblico”, per una serie di commenti rivolti agli omosessuali. L’episodio finale di una lunga serie di dichiarazioni omofobe iniziata nel 1984, quando il leader di estrema destra affermò che l’omosessualità non era “non un crimine, ma un’anomalia biologica e sociale”.

Sul suo blog, nel marzo 2016, dichiarò: “Credo che la pedofilia, che ha visto vietate le sue lettere nobiliari, ma tuttavia, nell’esaltazione dell’omosessualità, metta in discussione tutte le professioni che si avvicinano all’infanzia e alla gioventù”. Nel dicembre 2016, ha spiegato, in un’intervista a Figaro : “Gli omosessuali sono come il sale nella zuppa. Se non ce n’è è un po’ insipido, se ce n’è troppo è imbevibile.” Il giorno del funerale di Xavier Jugelé, il poliziotto ucciso in un attentato sugli Champs-Élysées nel 2017, ha ritenuto opportuno dichiarare che “questa particolarità familiare” (la sua omosessualità, ndr) doveva farlo “essere tenuti lontani da questo tipo di cerimonia, che beneficerebbe anche di una maggiore discrezione”. Si è costituito parte civile il compagno del poliziotto.

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Infine, nel marzo 2018, in un’intervista alla rivista gay Amichevoleaveva negato di essere omofobo. “Inoltre, la maggior parte dei miei colleghi sono omosessuali”.ha assicurato. Poi: «Finché gli omosessuali non mettono le mani nei miei pantaloni o in quelli dei miei nipoti, e non vanno in giro con una piuma nel culo per gli Champs-Élysées, per me è tutto. è uguale”.

Le dichiarazioni di Jean-Marie Le Pen gli sono valse in totale poco meno di trenta condanne.


Vincenzo MICHELON

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