morto martedì 7 gennaio Jean-Marie Le Pen, ex presidente del Fronte Nazionale, era abituato alle provocazioni. Facendo dichiarazioni sulfuree nel corso della sua vita, la figura dell’estrema destra francese ha ricevuto diverse condanne.
La più famosa di queste frasi scioccanti fu senza dubbio quella in cui minimizzò, il 13 settembre 1987, durante il Grand Jury di RTL-Le Monde, l’importanza delle camere a gas. “JNon dico che le camere a gas non esistesseroha detto. Non sono riuscito a vederne nessuno. Non ho studiato specificatamente la questione. Ma credo che sia un dettaglio della storia della Seconda Guerra Mondiale.”
“Punto di dettaglio”, un grido
La sentenza suscitò scalporee Jean-Marie Le Pen era stato condannato due volte in tribunale civile, nel 1991 e poi nel 1999. Il fondatore del FN ha dovuto risarcire i danni ad associazioni, per aver banalizzato crimini contro l’umanità e “consenso all’orribile“.
Ciononostante lo aveva fatto ha mantenuto le sue osservazioni nel 2015che gli è valso una nuova condanna a 30mila euro di multa, per aver contestato crimini contro l’umanità.
Le Pen è abituata a questi riferimenti ai campi di sterminio. Già nel 1988 ironizzava sul nome del ministro della Funzione pubblica, Michel Durafour, che ribattezzò “Mr. Crematorio Durafour”. Nel 1993 gli venne comminata una multa di 100.000 franchi.
“In Francia l’occupazione tedesca non fu particolarmente disumana, anche se non mancarono gli errorilo dichiarò anche al settimanale negazionista Rivarol, nel 2005. Se i tedeschi avessero aumentato le esecuzioni di massa ovunque, come sostiene la vulgata, non ci sarebbe stato bisogno di campi di concentramento per deportati politici.“
Ma dichiara”ne faremo un lotto la prossima volta” attaccando artisti commessi contro il FN, nel 2014, non gli è valso una condanna per istigazione all’odio razziale. Nel 2021 è stato assolto per questi commenti.
Omosessuali, spesso bersaglio dei suoi attacchi
Un’altra frase choc, tuonata davanti alle telecamere in seguito ad uno scontro con attivisti anti-FN, a Mantes-la-Jolie nel 1997: “Ti farò scappare, vedrai la rossa, andiamo. Eh? Frocio! (sì)”. Jean-Marie Le Pen aveva lanciato questo insulto omofobo a un attivista che si era avvicinato a lui, prima che il suo entourage lo attaccasse.
Già 13 anni prima aveva fatto commenti omofobici, definendo l’omosessualità “di anomalia biologica e sociale“.
Nel 2019 è stato poi multato di 2.400 euro per insulti pubblici rivolti a omosessuali, tra cui uno nei confronti dell’agente di polizia Xavier Jugelé, ucciso nel 2017 in un attentato sugli Champs-Élysées. “Penso che questa particolarità familiare vada tenuta lontana da questo tipo di cerimonia, che trarrebbe beneficio anche da una maggiore discrezione.“, ha commentato, a margine del funerale.
Razzismo e islamofobia, al centro delle sue controversie
Fu negli anni Novanta che Le Pen si abituò alle controversie. Durante la scuola estiva del suo partito nel 1996, disse di credere in un “disuguaglianza razziale“, questi avendo”non tutte le stesse capacità, né lo stesso livello di evoluzione storica“secondo lui. Due anni dopo gli fu ordinato di pagare 10.000 franchi all’Unione degli studenti ebrei di Francia per queste parole.
Altra sentenza, altro processo. Nel 2003, in un’intervista, a Mondoha detto queste parole che gli sono valse una condanna per “incitamento all’odio razziale“, e una multa di 10.000 euro.”Il giorno in cui in Francia non avremo più 5 milioni, ma 25 milioni di musulmani, saranno loro a comandare.“Inoltre, aggiunge:”E i francesi livelleranno i muri, scenderanno dai marciapiedi e abbasseranno gli occhi. Quando non lo fanno, diciamo loro, perché mi guardi in quel modo, stai cercando una rissa? E tutto quello che devi fare è girare, altrimenti ti inzupperai.“
Nonostante la vecchiaia e il progressivo allontanamento dal Fronte Nazionale, Jean-Marie Le Pen non ha smesso di fare dichiarazioni polemiche negli ultimi dieci anni. Nel 2010, in un documentario trasmesso su Senato pubblicoè orgoglioso di avere “ho comprato una casa di campagna per permettere ai miei figli che vivevano nel 15° arrondissement di vedere le mucche, invece che gli arabi“. E aggiungere “non aver paura dell’inseguimento” per queste parole.
“Siamo stati molto severi con il maresciallo Pétain”
A Marsiglia, poco prima delle elezioni europee del 2014, un’altra protesta. “Il signor Ebola può risolvere questo problema in tre mesi“, osa durante un dibattito su “l’esplosione demografica“nel mondo”.Non voglio che il virus Ebola si diffonda“, prova poi a rifarsi, in un comunicato.
Ma un anno dopo, non riesce a trattenere l’ennesima uscita. “Non ho mai considerato il maresciallo Pétain un traditoreha dichiarato in un’intervista a Rivarol. Siamo stati molto duri con lui alla Liberazione.“Nel mezzo della sua operazione di seduzione, il Fronte Nazionale non se ne lascia andare. Marine Le Pen è contraria alla candidatura del padre alle elezioni regionali in Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Inizio del declino.
Belgio