L’ex presidente del Fronte Nazionale Jean-Marie Le Pen, morto martedì 7 gennaio, ha rilasciato numerose dichiarazioni sulfuree e provocazioni verbali nel corso della sua carriera, ed è stato condannato più volte, in particolare per aver contestato crimini contro l’umanità.
La sua provocazione più famosa, ripetuta più volte, mette in prospettiva, secondo lui, l’esistenza delle camere a gas. “un dettaglio della storia della Seconda Guerra Mondiale”. Per questa affermazione Jean-Marie Le Pen è stato condannato prima due volte in tribunale civile, nel 1991 e poi nel 1999, dovendo risarcire i danni alle associazioni. Penalmente, il cofondatore del FN è stato poi condannato nel 2017 in appello ad una multa di 30.000 euro per aver contestato un crimine contro l’umanità, per aver ripetuto tali affermazioni nel 2015. Condanna confermata nel 2018 in cassazione.
Sfida ai crimini contro l’umanità
È stato anche condannato per aver contestato crimini contro l’umanità, questa volta a tre mesi di reclusione con sospensione della pena e una multa di 10.000 euro, nel 2012 in appello. Nel 2005, sul settimanale di estrema destra Rivarol, affermava che l’occupazione tedesca non era stata “particolarmente disumano” In Francia.
Nel 1993, Jean-Marie Le Pen era già stato condannato per insulto pubblico mentre chiedeva una multa per il suo gioco di parole del 1988, “Crematorio Durafour”prendendo di mira l’allora ministro della Funzione pubblica, Michel Durafour.
D’altra parte, è stato assolto in appello nel 2022 per aver attaccato diverse personalità impegnate contro l’estrema destra in un video sul suo blog nel 2014, dicendo a proposito del cantante Patrick Bruel, di fede ebraica: “Senti, ne faremo un lotto la prossima volta.”.
Già nel 1958, quando era un giovane deputato, disse all’ex capo del governo Pierre Mendès France: “sei consapevole di cristallizzare nel tuo carattere un certo numero di repulsioni patriottiche e quasi fisiche”.
Incitamento all’odio razziale contro musulmani e rom
Nel 1998, Jean-Marie Le Pen e il suo allora numero due del FN, Bruno Mégret, furono condannati a risarcire i danni all’Unione degli studenti ebrei di Francia (UEJF), per aver commentato “disuguaglianza razziale” svoltasi nel 1996 e nel 1997.
Il signor Le Pen è stato poi multato di 10.000 euro in appello per incitamento all’odio razziale nel 2005. In un’intervista al quotidiano Le Monde del 19 aprile 2003, ha dichiarato: “Il giorno in cui in Francia non avremo più 5 milioni, ma 25 milioni di musulmani, saranno loro a comandare. E i francesi abbatteranno i muri, scenderanno dai marciapiedi, abbassando gli occhi”.
Nel 2014 è stato multato di 5.000 euro in appello per aver affermato nel 2012 che i rom, “come gli uccelli, (volano) naturalmente”.
Poi è stato condannato in appello nel 2017 a 5.000 euro di multa per aver provocato odio e discriminazione, per aver descritto la presenza dei rom a Nizza come«pungente» et “odoroso”nel 2013. Condanna confermata nel 2018 in cassazione.
Violenza contro un candidato, insulti omofobici
Nel 1998, Le Pen è stato condannato in appello a un anno di ineleggibilità e tre mesi di prigione per violenza contro un candidato socialista a Mantes-la-Jolie (Yvelines), durante la campagna elettorale legislativa del 1997. Decisione confermata in cassazione un anno dopo.
È stato multato di 2.400 euro in appello nel 2019, per due insulti pubblici rivolti a omosessuali, tra cui l’agente di polizia Xavier Jugelé, ucciso nel 2017 in un attacco agli Champs-Élysées.
Appropriazione indebita di fondi pubblici
Il cofondatore del FN è stato anche incriminato nel 2019 per appropriazione indebita di fondi pubblici nella vicenda degli assistenti parlamentari degli eurodeputati del Fronte Nazionale (FN, divenuto nel frattempo Raggruppamento Nazionale).
Durante il processo che si è svolto lo scorso autunno a Parigi, il suo caso è stato «disgiunto» dopo una perizia medica annotata “un profondo deterioramento” del suo stato fisico e psicologico, ritenendo di non essere in grado o “essere presente”né di “prepara la tua difesa”.