È morto all’età di 96 anni Jean-Marie Le Pen, il pioniere dell’estrema destra francese

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Jean-Marie Le Pen, figura emblematica dell’estrema destra in Francia e fondatore del Fronte Nazionale, è morto all’età di 96 anni. Dopo quaranta anni alla guida del partito, lasciò il posto alla figlia Marine, segnando la fine del un regno tumultuoso nel panorama politico francese.

Nato nel 1928 a La Trinité-sur-Mer, in Bretagna, Jean-Marie Le Pen ha perso il padre, pescatore, durante la seconda guerra mondiale. Studente di giurisprudenza a Parigi, nel dopoguerra divenne capo dell’associazione studentesca “Corpo”. Successivamente si unì alla Legione Straniera, partecipando alla guerra d’Indocina.

Eletto deputato a Parigi nel 1956 sotto l’influenza di Pierre Poujade, Le Pen parte per combattere in Algeria l’anno successivo, prima di tornare a sedere nell’Assemblea nazionale. Allontanandosi gradualmente dal suo mentore, si affermò in politica unendosi alle fila dei non registrati. Dopo una battuta d’arresto elettorale nel 1962, nel 1965 guidò la campagna presidenziale di Jean-Louis Tixier-Vignancour, un avvocato di estrema destra.

Nel 1972, ha co-fondato il Fronte Nazionale, un movimento caratterizzato dai suoi legami con figure controverse, tra cui un ex Waffen SS. Inizialmente marginale, il partito faticò ad affermarsi: Le Pen ottenne solo lo 0,7% dei voti nelle elezioni presidenziali del 1974. Ma un’eredità inaspettata, quella dell’industriale Hubert Lambert, ne cambiò la traiettoria. Divenuto ricco, dedicò tutte le sue energie al suo partito.

Gli anni ’80 segnarono una svolta. Le Pen fu eletto deputato europeo nel 1984 dopo che il Fronte Nazionale ottenne il 10,95% dei voti. Nel 1986, grazie al ritorno alla rappresentanza proporzionale, il suo partito ottenne 35 seggi all’Assemblea nazionale. Fu anche durante questo decennio che le controversie si intensificarono. Le sue osservazioni provocatorie, in particolare la sua dichiarazione che descrive le camere a gas come un “dettaglio della storia”, gli valsero una serie di condanne legali.

Nonostante queste controversie, raggiunse il 14,4% nelle elezioni presidenziali del 1988, per poi stabilizzarsi su livelli simili durante le elezioni successive. Alla fine degli anni ’90, il FN subì una scissione interna, guidata da Bruno Mégret, che indebolì temporaneamente il partito.

Nel 2002, contro ogni aspettativa, Jean-Marie Le Pen raggiunse il secondo turno delle elezioni presidenziali, provocando un terremoto politico. Di fronte a Jacques Chirac è stato ampiamente battuto, ma la sua impresa ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Tuttavia, questa svolta inizia anche il suo declino. Durante le elezioni presidenziali del 2007, non ha superato il 10%.

Nel 2011, ha passato il testimone alla figlia Marine, che ha avviato una strategia di “demonizzazione” del partito. Ma Jean-Marie Le Pen continua a suscitare polemiche, in particolare attraverso dichiarazioni ritenute antisemite. Questi errori hanno portato alla sua esclusione dal Fronte Nazionale nel 2015.

Dopo un ultimo mandato al Parlamento europeo, si è ritirato dalla vita politica nel 2019. Fino ai suoi ultimi anni, il suo peggioramento della salute ha alimentato le speculazioni, ma è rimasto una figura che ha suscitato tanto l’ammirazione dei suoi sostenitori quanto il rifiuto dei suoi oppositori.

Jean-Marie Le Pen lascia un’eredità politica controversa, segnata dalle sue vittorie simboliche e dalle sue incessanti provocazioni.

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