L’ex leader dell’estrema destra francese, che ha guidato il Fronte Nazionale per quarant’anni prima di lasciare il posto alla figlia Marine, è morto all’età di 96 anni, lo ha annunciato la sua famiglia.
Era il menhir o il diavolo della politica francese: Jean-Marie Le Pen è morto all’età di 96 anni, lo ha annunciato la sua famiglia. Dopo aver attraversato quasi mezzo secolo di vita politica francese, gli ultimi anni della sua vita furono segnati da voci sul suo stato di salute e da qualche rara uscita pubblica, sempre controversa.
Nato nel 1928 a La Trinité-sur-Mer, in Bretagna, Jean-Marie Le Pen ha perso il padre, pescatore professionista, durante la Seconda Guerra Mondiale. Borsista a Parigi dopo il conflitto, divenne presidente dell’influente associazione degli studenti di giurisprudenza, il “Corpo”. Alcuni anni dopo si unì alla legione per partecipare alla guerra dell’Indocina.
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Nel 1956, sulla scia del populista Pierre Poujade, fu eletto deputato a Parigi ma andò in Algeria per combattere all’inizio del 1957. Ritornò rapidamente al Palazzo Borbone e in contrasto con il suo ex mentore, si sedette tra i non- registrato, prima di essere rieletto nel 1958. Fu definitivamente sconfitto nel 1962 e, tre anni dopo, guidò la campagna presidenziale dell’avvocato di estrema destra, Jean-Louis Tixier-Vignancour.
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Divenuto ricco, si dedicò completamente alla politica
Feroce sostenitore dell’Algeria francese e vicino agli ambienti nazionalisti, partecipò alla fondazione del Fronte Nazionale nel 1972, con sulfurei compagni di viaggio, tra cui un ex Waffen SS, e ne divenne il presidente. Piccolo gruppo, il suo movimento inizialmente stenta ad esistere e Jean-Marie Le Pen, candidato alla presidenza nel 1974, ottiene solo lo 0,7% dei voti. Due anni dopo, dopo aver ereditato la fortuna di Hubert Lambert, il suo appartamento parigino venne fatto saltare in aria da un attentato. Lui, sua moglie Pierrette e le loro tre figlie sono fuggiti illesi.
Il “diavolo” nel dettaglio
Divenuto ricco, il presidente del FN si dedicò poi pienamente alla politica, dopo aver prodotto per un certo periodo dischi, tra cui canzoni in onore della Germania nazista. Gli anni Ottanta furono quelli della sua ascesa politica. Dopo aver saltato le elezioni presidenziali del 1981 per non aver raccolto sufficienti sponsorizzazioni, fu eletto deputato europeo nel 1984 grazie al punteggio del suo partito (10,95%), con un discorso incentrato principalmente sull’immigrazione. Grazie al ritorno del voto proporzionale nelle elezioni legislative del 1986, ritornò all’Assemblea nazionale accompagnato da altri trentaquattro deputati del FN. È stato anche in questo periodo che si sono moltiplicati i primi eccessi, incitamenti all’odio, alla discriminazione o contestazioni di crimini contro l’umanità, che alla fine gli sono valsi decine di condanne legali. Nel 1987 descrisse le camere a gas come “un dettaglio nella storia della Seconda Guerra Mondiale”.
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Una svolta nella sua carriera: nonostante abbia ottenuto il 14,4% dei voti alle elezioni presidenziali del 1988, la sua immagine è peggiorata presso l’opinione pubblica e i suoi punteggi, rimasti a un livello elevato, hanno fatto pochi progressi. Sette anni dopo ottenne il 15% dei voti. Il suo partito implose alla fine degli anni Novanta, quando il suo ex braccio destro, Bruno Mégret, creò un movimento concorrente.
L’onda d’urto delle elezioni presidenziali del 2002
Si annunciava che era finita, ma a 74 anni, Jean-Marie Le Pen arrivò al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2002, creando un’onda d’urto nel paese, di fronte al dimissionario Jacques Chirac, chi vince facilmente. Paradossalmente questo è l’inizio del suo declino. Si ricandiderà nel 2007 ma non supererà il 10%. Ha ceduto le redini del FN alla figlia Marine nel 2011, ed è entrato in semi-pensione dal quale è uscito con ulteriori errori che lo hanno portato all’esclusione dal partito da lui cofondato nel 2015. Ha lasciato definitivamente il suo Mandato europeo e politica attiva nel 2019.
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L’impatto di Jean-Marie Le Pen sulla vita politica francese va oltre le sue sole azioni. Sua figlia Marine è arrivata due volte al secondo turno delle elezioni presidenziali e di cui lui è anche il nonno Marion Maréchalex numero 2 del movimento di Éric Zemmour, Reconquête!, per il quale è stata una delle principali candidate alle ultime elezioni europee prima di prendere le distanze dall’ex giornalista.