Xavier Driencourt sur Europe 1. DR
Di Karim B. – Il rumoreggiante Xavier Driencourt fa il giro dei media francesi a pagamento per sfogare il suo risentimento nei confronti dell’Algeria che lo ha espulso diplomaticamente nel 2020. Ultima apparizione finora, un’intervista appena rilasciata al servizio arabo tunisino Sonia Mabrouk: un vero peccato per il suo Paese onorato dalle coraggiose posizioni del suo presidente Kaïs Saïed. L’ex ambasciatore francese ad Algeri, visibilmente fervente lettore diAlgeriapatriottico da cui trae gli elementi di linguaggio, ha infine ammesso che la sinistra francese del torturatore François Mitterrand ha sostenuto negli anni Novanta il partito religioso estremista del FIS.
Ma il loquace diplomatico si contraddice continuamente quando parla degli islamisti. Infatti, ricordando l’episodio della presa di ostaggi americani presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran, a metà degli anni ’80, Xavier Driencourt stima che l’Algeria abbia finito per schierarsi con i sequestratori. ostaggi prendendo in ostaggio la stessa Boualem Sansal. L’autore di L’enigma algerinoche ha suggerito che il luogo di detenzione del suo agente fosse “d’assalto [par le GIGN] come durante il dirottamento dell’aereo dell’Air France nel 1994” (sic), dimenticate che proprio nel momento in cui faceva queste osservazioni su Europe 1 e CNews, il suo Ministro degli Affari Esteri si stava inchinando davanti al leader terrorista Mohamed Al-Joulani a Damasco e che – senza dubbio non ne è a conoscenza – l’Algeria ha ritirato il suo ambasciatore per non sostenere Daesh.
Più seriamente, Xavier Driencourt e il suo interlocutore tunisino, un utile idiota al soldo di Vincent Bolloré, consideravano l’omaggio perpetuo reso dagli algerini ai martiri della Guerra di Liberazione Nazionale come un “veleno inoculato nella gioventù”. Bestemmia suprema contro i valorosi combattenti morti per l’indipendenza che non possono restare senza essere fermamente condannati dagli algerini di Francia, bersagli privilegiati dell’estrema destra a cui appartengono questi due eccitati personaggi.
Giocando sulle parole, il collega dell’indescrivibile Pascal Praud definisce “whistleblower” colui che ha sporto denuncia contro i tre YouTuber algerini arrestati dalla polizia, privati così della libertà di pensiero e di espressione. Traduci “bouchkara», questi harki che, durante la sanguinosa colonizzazione, denunciarono i combattenti dell’ALN con la testa coperta da un sacco di iuta.
Del resto, Xavier Driencourt ha ripetuto la stessa antifona, un record rotto che ha finito per essere infranto: ricatto commemorativo, ritorsioni limitando la concessione dei visti, reintegrazione dei visti per i diplomatici esenti, ecc. Misure che non pesano nulla di fronte a i colpi mortali che l’Algeria potrebbe assestare alla Francia se lo volesse. Il diplomatico amareggiato non ricordava forse che un ex primo ministro algerino gli aveva detto che gli algerini sapevano molto più sui francesi di quanto i francesi sapessero sugli algerini? Non ricordava anche che il 10% della popolazione francese era algerina o di origine algerina e fondamentalmente legata all’Algeria? Cosa potrebbe esserci di più vero di questo postulato?
KB