La Francia invita i suoi cittadini a non recarsi in Iran fino al rilascio dei suoi “ostaggi” – Libération

La Francia invita i suoi cittadini a non recarsi in Iran fino al rilascio dei suoi “ostaggi” – Libération
La Francia invita i suoi cittadini a non recarsi in Iran fino al rilascio dei suoi “ostaggi” – Libération
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Dall’elezione del presidente Pezeshkian nel luglio 2024, la situazione dei tre ostaggi francesi detenuti dalla Repubblica islamica è peggiorata, ha dichiarato martedì 7 gennaio Jean-Noël Barrot. Finché non saranno liberi, la Francia sconsiglia di recarsi in Iran .

Jean-Noël Barrot, ministro francese degli Affari esteri, ha invitato martedì 7 gennaio i cittadini francesi a non recarsi in Iran fino al “liberazione completa” dei suoi tre detenuti in questo paese. “La situazione dei nostri connazionali tenuti in ostaggio in Iran è semplicemente inaccettabile; sono ingiustamente detenuti da diversi anni, in condizioni indegne che, per alcuni, rientrano nella definizione di tortura ai sensi del diritto internazionale”ha dichiarato il ministro durante la conferenza degli ambasciatori, assicurando che Parigi non li dimenticasse “solo un secondo”.

“Da l’elezione del presidente Pezeshkian e nonostante i nostri sforzi per impegnarci ai massimi livelli, la loro situazione è peggiorata”– ha continuato il ministro. “Lo dico alle autorità iraniane: i nostri ostaggi devono essere rilasciati. Le nostre relazioni bilaterali e il futuro delle sanzioni dipendono da questo. E fino al completo rilascio dei nostri ostaggi, chiedo ai nostri connazionali di non andare in Iran.ha detto.

“Ostaggi di Stato”

Una coppia francese, Cécile Kohler, professoressa di letteratura moderna, 40 anni, e Jacques Paris, 70 anni, professore di matematica in pensione, sono detenuti in Iran dal maggio 2022 e accusati dalle autorità di‘”spionaggio”cosa che i loro parenti negano. Anche un terzo francese, di nome Olivier ma il cui cognome non è stato reso pubblico, è detenuto in Iran dal 2022. Parigi descrive questi prigionieri come«ostaggi statali».

L’Iran, un paese in cui secondo le Nazioni Unite 901 persone sarebbero state giustiziate nel 2024 e che detiene diversi cittadini occidentali o binazionali, è accusato dai suoi sostenitori e dalle ONG di usarli come merce di scambio nei negoziati da Stato a Stato. È il caso della francese Clotilde Reiss, detenuta dal luglio 2009 al maggio 2010, la cui liberazione sarebbe stata oggetto di una contropartita con quella dell’iraniano Ali Vakili Vad, condannato in Francia per l’assassinio dell’agosto 1991. dell’ex primo ministro dello Scià, Chapour Bakhtiar.

Questa strategia continua ad essere utilizzata in Iran: un’altra giovane giornalista italiana, Cecilia Sala, è stata arrestata a Teheran il 19 dicembre durante un viaggio di lavoro. L’Iran lo accusa di averlo fatto “infrange le leggi”, Mentre Roma ha denunciato un arresto “inaccettabile”.

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