Un vero dolore – Jesse Eisenberg

Un vero dolore – Jesse Eisenberg
Un vero dolore – Jesse Eisenberg
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Riprendere : Due cugini dai caratteri diametralmente opposti, David e Benji, si incontrano durante un viaggio in Polonia per onorare la memoria della loro amata nonna. La loro odissea prenderà una svolta inaspettata quando le vecchie tensioni di questo improbabile duo riaffioreranno con, sullo sfondo, la storia della loro famiglia…

Critica: Questo è il secondo lungometraggio di Jesse Eisenberg come regista, dopo Quando avrai finito di salvare il mondopresentato alla Settimana della Critica nel 2022, ma che ha avuto solo un’uscita VOD. Distribuito nelle sale da The Walt Disney Company Pictures, Un dolore ferroviario è stato proiettato con successo in diversi festival, tra cui La-Roche-sur-Yon e Sundance. Il film conferma la sensibilità cineasta di Jesse Eisenberg, già apprezzato come attore in opere di David Fincher (La rete sociale) o Kelly Reichardt (Movimenti notturni). Allo stesso tempo produttore, sceneggiatore e regista, Eisenberg è totalmente investito in questo secondo lungometraggio la cui sinossi potrebbe tuttavia suggerire il meno buono: ricatto dei sentimenti, alibi del grande soggetto con memoria storica, cliché sui legami familiari. Non è così e, nonostante alcuni cali di ritmo, la storia è davvero accattivante.

© 2024 Immagini di Searchlight. Tutti i diritti riservati.

La narrazione si concentra molto sul contrasto tra i due cugini. David (Jesse Eisenberg) è calmo e introverso, per non dire bloccato, e conduce un’esistenza borghese a New York con sua moglie e il loro figlio. Benji (Kieran Culkin, eccellente) appare loquace, burlone e instabile emotivamente oltre che professionalmente. Altrettanto complici quanto distanti, vicini quanto distanti, i due amici, di fede ebraica, si incontrano per un soggiorno di una settimana in Polonia, allo scopo di ritrovare le tracce della sofferenza dei loro coetanei, e i luoghi in cui vive la loro nonna, recentemente scomparsa. A loro si uniscono una gentile guida turistica (Will Sharpe), una coppia di pensionati la cui famiglia vive negli Stati Uniti da più di un secolo, una donna di cinquant’anni la cui madre era una sopravvissuta ai campi di concentramento, e un ruandese convertitosi al Ebraismo. Il film inizia con un tono di commedia (quasi) scolastica che potrebbe sembrare fuori luogo, ma che in realtà rivela l’inquietudine del personaggio di Benji, il più apparentemente rilassato, ma in realtà il più disturbato del gruppo.

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Il soggiorno turistico nella memoria diventa allora il luogo del semi-regolamento dei conti familiare, dove gli scambi tra i due cugini raggiungono talvolta l’intensità dei confronti psicologici bergmaniani. Ed Eisenberg, cineasta, filma con grande sobrietà i luoghi della tragedia del popolo ebraico deportato, trovando il giusto equilibrio tra dialoghi didascalici (attraverso le parole della guida) e silenzi che rivelano inquietanti cose non dette. Rimpiangeremo solo certi passaggi ridondanti, come le scappatelle di David e Benji sui tetti degli alberghi per fumarsi uno spinello di nascosto e rivelare le loro confidenze. Questo è un dettaglio considerando l’armonia di un lungometraggio che unisce emozione e riflessione, e ha il merito di trasmettere il suo messaggio in novanta minuti, laddove tanti film si allungano invano per due ore e più. Alla fine, Un dolore ferroviario è un film indipendente come vorremmo vedere più spesso, sincero e umano, e la cui scrittura non oscura il talento filmico.

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