Ancora in piedi, ancora viva… Nel 2015, dopo l’assassinio di otto dei suoi membri, la redazione di Charlie ha rifiutato di abdicare e ha accettato la sfida, senza mai rinunciare alla propria libertà di tono, di continuare a tutti i costi. . Dieci anni dopo, il settimanale satirico è ancora in edicola ogni mercoledì.
Un impegno che ha un prezzo. Ospitata per un periodo nei locali di Libération, dal settembre 2015 la redazione si è trasferita in una sede ipersicura a Parigi, il cui indirizzo è ancora tenuto segreto. L’ubicazione del “bunker”, come lo chiama la squadra stessa, è ancora oggi un argomento tabù.
D’altronde i membri della redazione non nascondono la costante protezione della polizia alla quale sono sottoposti da dieci anni, compresa la storia di Charlie come Luz. “A volte è pesante, non posso dire il contrario. Ma questo lo abbiamo integrato nel nostro modo di vivere: dobbiamo sempre pianificare e calcolare tutto… A volte mi stanco un po’. Ma se voglio continuare a fare Charlie, devo sopportarlo”, ci ha detto recentemente Riss, designer e direttore editoriale, ferito durante l’attacco.
Alcuni hanno preferito, subito dopo gli attentati, lasciare la redazione: la fumettista Luz, la fumettista Catherine Meurisse, l’editorialista Patrick Pelloux… Altri fumettisti sono arrivati, come Juin, 36 anni, che si è unito alla squadra solo tre mesi dopo, il 7 gennaio. C’è anche Alice, 26 anni, in redazione dal 2018 o anche Biche, 29 anni, “totalmente realizzata” nella redazione del settimanale satirico. In totale sono una trentina le persone, compreso il personale amministrativo, che oggi sostengono Charlie.
Per vivere anche di questo. Sul piano finanziario, Charlie è ovviamente lontano dai numeri record dopo il 7 gennaio 2015, gli 8 milioni di copie vendute del numero “Survivors”, i 220.000 abbonati e i 14,5 milioni di euro di utile nel 2015.
A poco a poco, le vendite diminuirono. Nel 2017 venivano ancora venduti in edicola 50.000 numeri ogni settimana oltre a 50.000 abbonati. Oggi le cifre sono scese rispettivamente a 18.000 e 30.000, un numero ancora superiore al totale precedente al 2015 (30.000 in totale compresi chioschi e abbonati). Ciò consente a Charlie, facendo affidamento sul suo flusso di cassa, di rimanere in vita.