dal 7 al 9 gennaio 2015, la Francia ha preso di mira, colpito e stordito

dal 7 al 9 gennaio 2015, la Francia ha preso di mira, colpito e stordito
dal 7 al 9 gennaio 2015, la Francia ha preso di mira, colpito e stordito
-

Il 7, 8 e 9 gennaio 2015, attacchi terroristici islamici hanno ucciso persone nella redazione del settimanale satirico, al supermercato Porte-de-Vincennes o a Montrouge.

Ci sono quei compleanni che vorremmo non festeggiare mai. Ma che riguardano avvenimenti per i quali nulla sarebbe peggio che vederli cadere nell’oblio. Questo è il caso di ciò che più spesso viene chiamato “l’attentato a Charlie Hebdo”, che già si rivela incompleto, e che avvalora, di fatto, la necessità di ritornarvi.

Ciò che qui commemoriamo, e che questa settimana sarà commemorato in tutto il Paese, sono infatti gli attentati terroristici che hanno insanguinato Parigi e sbalordito il Paese tra il 7 e il 9 gennaio 2015. I loro risultati, dieci anni dopo, fanno sempre gelare il sangue. .

Diciassette morti, ventidue feriti

Diciassette morti. Dodici durante l’assalto ai locali del settimanale, nell’11° arrondissement: undici le persone presenti sul posto (un addetto alla manutenzione, e dieci collaboratori o ospiti del giornale), e un agente di polizia che ha cercato di impedire la fuga degli autori del reato della sparatoria, i fratelli Chérif e Saïd Kouachi Kouachi.

Un giovane agente di polizia assassinato a Montrouge il giorno successivo da Amedy Coulibaly, un’amica dei fratelli. Quattro persone uccise il 9 gennaio nel supermercato Hyper Cacher di Porte-de-Vincennes, dove Amedy Coulibaly, che prendeva di mira gli ebrei, prendeva in ostaggio clienti e dipendenti.

I tre terroristi uccisi

I tre terroristi verranno uccisi il 9 gennaio. I Kouachi, dalle forze del GIGN, in una tipografia della Seine-et-Marne, dove si erano rifugiati. Coulibaly da parte degli uomini del RAID e della BRI durante l’assalto all’Hyper Cacher. Durante questi vari eventi sono rimaste ferite anche 22 persone.

Al-Qaeda nella penisola arabica rivendicherà la responsabilità dell’attacco Charlie Hebdoun giornale insultato per aver pubblicato caricature di Maometto. Coulibaly affermerà, tramite un video, di aver agito per conto dello Stato Islamico, cosa che l’organizzazione non confermerà.

La litania degli orrori

Dieci anni dopo, possiamo solo constatare che questi tre giorni hanno segnato la fine di un mondo e l’inizio di un altro. Nel peggiore dei casi, in particolare durante questo anno 2015, costellato da altri orrori e conclusosi con la tragica notte del 13 novembre a Parigi e con i successivi attentati compiuti allo Stade de , sugli spalti del 10° e 11° arrondissement, e al Bataclan.

La litania continuerà nel 2016, anno pianto dagli 86 morti nell’attentato del 14 luglio a Nizza, dall’assassinio del poliziotto e della sua compagna a Magnanville, o dalla morte di padre Hamel, sgozzato nella sua chiesa a Saint-Etienne-du-Rouvray.

Poi Carcassonne, Trèbes o Strasburgo per il mercatino di Natale, poi Samuel Paty a Éragny-sur-Oise, poi Dominique Bernard ad Arras, l’elenco sembra infinito.

Attacchi interrotti o evitati per un pelo

Soprattutto considerando quella, parallela, delle tragedie abortite o evitate per miracolo, di Poitiers, dove il municipio è stato recentemente preso di mira prima dell’arresto di coloro che volevano agire, a La Grande-Motte, con, quest’estate, l’esplosione di una bombola di gas che ha dato fuoco alla sinagoga mezz’ora prima dell’inizio del servizio di Shabbat.

E per ragioni storiche, bisognerebbe certamente risalire ai giorni bui del marzo 2012, con gli omicidi di Tolosa e Montauban perpetrati da Mohammed Merah, se si volesse ritrovare l’atto fondativo degli attentati islamisti perpetrati sul suolo francese, e nato nella nebulosa di Al-Qaeda.

Gigantesche marce repubblicane

Ma detto questo, tutto torna a Charlie e al 7 gennaio. Con il 13 novembre e il Bataclan, queste date restano quei cataclismi che hanno portato via tutto e che ancora oggi determinano gran parte di ciò che costituisce la società francese in questo primo quarto del XXI secolo, nelle sue divisioni e nei suoi tormenti. In tutto il mondo, siamo stati Charlie per alcune settimane, e gigantesche marce repubblicane, mai viste dopo la Liberazione, hanno attraversato il paese il 10 e 11 gennaio.

“Un segnale tragico”

Ma già, molto rapidamente, alcune sfumature stavano emergendo, soprattutto al di fuori dei nostri confini. Senza inizialmente attribuirgli molta importanza. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito molti media hanno riferito della vicenda offuscando i disegni di Charlie in cui era rappresentato Maometto. E quattro anni dopo, il New York Times decise di non pubblicare più vignette politiche.

“Fonte di troppi problemi” come ha recentemente confidato alla rivista Casamatta il fumettista della stampa Coco (detentore della carica presso Liberazioneera presente a Charlie 7 gennaio). “Un segnale tragico” si lamentò.

Un tema che sarà sicuramente al centro anche dei dibattiti di questa settimana sulla storia e sulla memoria

-

PREV antisemita, torturatore e patriarca dell’estrema destra
NEXT Perché la star si è ritrovata imbrigliata alla Torre Eiffel alle 3 del mattino del giorno prima della cerimonia delle Olimpiadi di Parigi?