Con l’avvicinarsi del decimo anniversario dell’attentato a Charlie Hebdo, gli abitanti dell’11° arrondissement di Parigi ricordano l’attentato, che costò la vita a 12 persone. “Solo parlarne mi fa venire i brividi…” ammette un abitante della zona.
Martedì 7 gennaio 2025 ricorrerà il decimo anniversario dell’attacco islamista perpetrato contro il quotidiano satirico Charlie Hebdo a Parigi. Da allora, nell’11° arrondissement di Parigi, un affresco immortala i sorrisi delle vittime sul muro dell’ex redazione.
Dodici persone, tra cui otto membri di Charlie Hebdo, hanno perso la vita nell’attentato al settimanale compiuto dai fratelli Chérif e Saïd Kouachi, francesi di origine algerina che avevano giurato fedeltà ad Al-Qaeda.
I residenti, che già vivevano nel quartiere 10 anni fa, se lo ricordano. Diéké passa ogni giorno a spasso con il suo cane. “Il murale è confortante”, dice. “Non dimentichiamo mai, ci pensiamo davvero ogni giorno…”, confida a RMC.
La colazione mediatica del 5 gennaio
E non è l’unico ad avere sempre in mente le immagini. “L’auto dei terroristi, i gendarmi nascosti dietro il muro…” Un residente locale aveva una visione dall’alto della scena. Ha visto tutto da una finestra del suo appartamento. “I paramedici, le barelle…” Un altro aggiunge: “Solo parlarne mi fa venire i brividi…”
“Ne conoscevo due”
Sul marciapiede di fronte un uomo in pantaloni bianchi, capelli impeccabili, raccolto, sta in disparte. “È la prima volta che torno a Parigi in 25 anni. Ho voluto dare un’occhiata, ne conoscevo due. È strano, è così, siamo molto commossi, tutto qui», spiega, prima di chiudere bruscamente la discussione. Quando gli viene chiesto il suo nome, l’uomo si ferma, pensa e risponde: “Charlie”.
Il 9 gennaio 2015, dopo due giorni di ricerca, i fratelli Chérif e Saïd Kouachi sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco da una squadra d’intervento del GIGN, il gruppo d’élite della gendarmeria francese, in una tipografia a Dammartin-en-Goële (Seine-et -Marna), dove si erano rifugiati.
Questi attacchi suscitarono emozione in tutto il mondo e diedero vita ad uno slogan di sostegno rimasto famoso: “Je suis Charlie”. L’11 gennaio 2015, le manifestazioni hanno riunito quasi 4 milioni di persone in tutta la Francia, con molti capi di Stato e di governo nel corteo parigino.
Léonie Guilbault con Léo Manson