La 155a brigata meccanizzata ucraina fu suddivisa in piccole unità destinate a rinforzare le altre brigate in difficoltà sul fronte. Lo denuncia un’inchiesta di un giornalista ucraino “vero caos organizzativo” che avrebbe spinto 1.700 soldati ad abbandonare le rispettive unità, ancor prima del primo sparo.
Di Tommaso d’Istria
È lì, schierato in una posizione a una quindicina di chilometri dal fronte russo, il semovente francese Caesar, nascosto sotto una rete mimetica. Il cielo è così basso, quest’ultima mattina dell’anno 2024, che il comandante di diverse batterie di artiglieria semoventi ne approfitta per fare una rapida visita ai suoi uomini. “Il paradiso è con noi”, dice esultando l’ufficiale 26enne, “cosacco”, il suo nome di battaglia, nella nebbia che limita i voli dei droni russi. Lungo questo lembo di bosco piantato tra due campi, alcuni uomini fumano sigarette, bevono tè, cercano di scaldarsi in un ricovero di fortuna, nella terra nera e ghiacciata.
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