DECRITTO – La caduta del dittatore siriano, senza che Mosca possa o voglia intervenire, solleva dubbi sull’affidabilità dell’amico russo all’interno delle giunte saheliane.
La brutale caduta di Bashar al-Assad e del suo regime l’8 dicembre ha avuto risonanza ben oltre il Medio Oriente. In Africa, la fine di questa vecchia dittatura ha destato preoccupazione in diverse capitali che si sono messe nell’orbita di Mosca. Le conseguenze di questo sconvolgimento sono ancora difficili da misurare. In ogni caso, ciò solleva interrogativi a cui le autorità russe dovranno rispondere, altrimenti rischieranno di vedere svanire seriamente la loro aura africana.
I primi sono logistici. Il futuro delle risorse militari russe in Siria, della base marittima di Tartous nel Mediterraneo e dell’aeroporto di Hmeimim, è tutt’altro che sicuro. Se Mosca sembra ancora pensare di poter salvare questi siti, la violenza esercitata dai russi contro Hayat Tahrir al-Sham (HTC), il nuovo padrone della Siria, rende incerta l’ipotesi. Tuttavia, l’esercito russo, dispiegato in Siria dal 2015, ha utilizzato le sue due basi come siti logistici per le sue operazioni, prima in Nord Africa poi…
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