Comandante della gendarmeria della Côtes-d'Armor, il colonnello Privat è tornato sulla scala del sistema dispiegato dal l'annuncio della scomparsa di Morgane, lunedì 25 novembre, alle 11:40.
“La scomparsa di un minore è sempre delicata. Abbiamo subito descritto questa scomparsa come preoccupante”, rimbobinateli, colonnello.
70 gendarmi mobilitati ogni giorno
Saluto “l’opera immensa” condotta dalla gendarmeria durante queste due settimane, ricorda che quasi 70 gendarmi sono stati mobilitati ogni giorno per questa indagine. Per farlo sono state effettuate più di cento audizioni presso la famiglia, gli amici, la scuola e gli ambienti sportivi di Morgane “appropriarsi dell’ambiente sociale e familiare di Morgane”.
Ritornando al “forte emozione” che questa scomparsa ha provocato tra la popolazione, ringrazia anche le 800 persone intervenute “solidarietà” partecipando alla grande lotta di solidarietà, venerdì 29 novembre: “Il sostegno della popolazione e dei funzionari eletti è stato molto prezioso. »
Investigatori specializzati nel digitale
Sull'aspetto giuridico del caso è intervenuto il comandante Cyril Martin. La sezione ricerche di Rennes, di cui è al comando, ha preso in carico le indagini martedì 3 dicembre, ottavo giorno dalla scomparsa: “Abbiamo creato, con il gruppo di gendarmeria della Côtes-d’Armor, una cellula di una ventina di investigatori. »
Dall'inizio delle indagini, molto lavoro è stato svolto anche sull'aspetto digitale, con l'aiuto di investigatori specializzati che hanno utilizzato i media digitali di Morgane.
Alla fine è stata la testimonianza di una donna della Charente-Maritime, lunedì mattina, a permettere di ritrovare la persona sospettata di aver dato rifugio a Morgane durante queste due settimane.