Un uomo di 35 anni è sotto processo davanti alla Corte d’assise del Finistère, da lunedì 9 dicembre a mercoledì 11 dicembre, per omicidio commesso da una persona che è o era coniuge imparentato con la vittima. Il trentenne, in carcere dal 19 agosto 2021, sarà difeso dall’avvocato di Brest Rabah Laraba. Rischia l’ergastolo.
I fatti risalgono al 17 agosto 2021: intorno alle 11, il corpo di una giovane donna è stato ritrovato in un appartamento di rue de Kerfraval, nel quartiere Boissière, a Morlaix. La vittima, Clara De Rivas, aveva appena compiuto 18 anni. Si era trasferita dal suo compagno, Njoya Mouliem, poco prima degli eventi. La coppia si frequentava da circa due anni. La giovane era un’ex studentessa del collegio Saint-Joseph, a Morlaix. Aveva appena avuto un bambino con il suo compagno.
Subito sospettato, quest’ultimo è stato attivamente ricercato dalla polizia di Morlais. Alla fine della giornata si è consegnato alla polizia ed è stato messo in custodia dalla polizia. Anche se si rifiuta di dire di più sulle circostanze precise della tragedia, la procura di Brest conferma che “la gelosia sarebbe, secondo lui, il motivo di questo atto mortale”.
Atti di violenza noti
Se il Centro comunale di azione sociale (CCAS), che seguiva la coppia, in attesa di un alloggio sociale, non era a conoscenza di possibili atti di violenza domestica, precedenti procedimenti giudiziari confermano atti di violenza. In particolare, era stato avviato un procedimento contro Njoya Mouliem per violenza da parte di un partner, il 17 febbraio 2021. Durante una discussione, quest’ultimo aveva scosso la sua compagna, allora minorenne e incinta, alla quale un giorno era stato prescritto ITT (inabilità temporanea al lavoro) ). In custodia di polizia, l’uomo ha ammesso i fatti, poi è stato oggetto di una CRPC (dichiarazione di colpevolezza) ed è stato condannato a sei mesi di reclusione con sospensione della pena.
“Al momento del parto, il personale dell’ospedale l’avrebbe dissuasa dal tornare a vivere con il padre del bambino”, apprese all’epoca Le Télégramme da una fonte vicina al dossier. L’autopsia è stata effettuata presso l’istituto forense di Brest. I primi risultati suggerirebbero che la morte non sia stata causata da un’arma. L’esame, invece, ha confermato «la presenza di lesioni, in particolare al viso e al collo, riscontrate durante l’esame del corpo, senza poter stabilire se queste siano state la causa della morte».
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