Il compagno violento ritorna dietro le sbarre

Il compagno violento ritorna dietro le sbarre
Il compagno violento ritorna dietro le sbarre
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Commettendo due reati in rapida successione, il senzatetto di 27 anni residente a Niort non è riuscito a evitare il carcere. Per aver portato con sé un’arma non autorizzata, ma anche e soprattutto per aver commesso violenze contro la sua compagna, a fine novembre 2024 è stato condannato a diciotto mesi di reclusione dal tribunale penale di Niort, lunedì 2 dicembre.

L’uomo con la lunga esperienza conosce già il carcere; ha trascorso lì metà del suo tempo negli ultimi cinque anni. Ma nell’ultimo anno ha una relazione con una giovane donna con la quale vive per strada. È proprio lei che, il 28 novembre, presenterà denuncia in questura “morsi alla guancia, pugni alla tempia”, disse il giudice. “Stavo assumendo farmaci e avevo bevuto, è un cocktail esplosivocontestualizza l’imputato. Non ricordo niente ma se lo dice lei è vero.” spiega l’imputato dal palco dell’imputato.

“Da quando lo conosce è stata una discesa agli inferi”

La violenza è avvenuta quando aveva appena lasciato la custodia della polizia, “per porto d’arma, dopo un alterco con il direttore del Carrefour City di Niort”nota il giudice, evocando un coltello da potatura, un taglierino e un martello, tutti nella sua borsa. “Sapevo di non averne il diritto, ma non volevo che il mio partner portasse la borsa”difende l’interessato.

Per i colpi inferti a colui che dice “amare più di ogni altra cosa”, l’ex eroinomane cerca di giustificarsi evocando la violenza reciproca. “ A volte eravamo violenti l’uno verso l’altro, ma non avrei mai incriminato il mio partner”. Nel complesso, riconosce i fatti, ma spiega di aver visto cambiare il suo partner. “ L’avevo contagiata un po’. »

Questo è anche ciò che pensa il rappresentante della Procura. “Controlla le sue azioni ed esercita il controllo su di lei. È semplice, da quando lo conosce è stata per lei una discesa agli inferi. » La Procura vuole essere ferma” di fronte alla sua pericolosità, lui che è già in libertà vigilata”. L’accusa chiede nei suoi confronti una condanna a diciotto mesi di reclusione nonché la revoca della pena sospesa.

Una pena detentiva che Me Alexandra Meregoni, legale dell’imputato, difficilmente può contestare, perché non dispone di sistemazioni che gli consentano, eventualmente, di adeguare la pena. Piuttosto, vuole sottolineare “il buon contatto che ha avuto con una signora del servizio di integrazione e libertà vigilata del carcere (Spip), questo che gli ha permesso di iniziare a uscirne. Vuole anche precisare i commenti del pubblico ministero riguardo alla sua ragazza. «Lei assume farmaci da più di tre anni, si sono conosciuti a gennaio. Non è stato lui a farla cadere. »

Ma i precedenti già troppo pesanti dei Niortai, tra violenza domestica, traffico di droga o addirittura associazione per delinquere, peseranno molto nella decisione del tribunale: viene condannato a diciotto mesi di reclusione e torna dietro le sbarre.

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