Émilie Dequenne: “Il mio mondo sta crollando, mi dico che morirò”

Émilie Dequenne: “Il mio mondo sta crollando, mi dico che morirò”
Émilie Dequenne: “Il mio mondo sta crollando, mi dico che morirò”
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Il 27 agosto, tre mesi dopo aver annunciato di essere in remissione, Emilie Dequenne ha annunciato su Instagram che il cancro era tornato e che avrebbe dovuto sospendere ancora una volta la sua carriera per dedicarsi alla salute. È stato durante una visita di controllo che è emesso il verdetto: “Ho visto il mio medico per verificare l'andamento della cura e ho scoperto che purtroppo non sta procedendo bene”, ha confidato domenica ad Audrey Crespo-Mara, in “Sept à Huit”. “C’è una parte del mio cancro che risponde e un’altra parte che non risponde, o addirittura progredisce”.

Un colpo molto meno violento, però, di quello ricevuto nell’agosto del 2023, quando le fu annunciata la diagnosi. “Ero terrorizzato”, dice. “Mi sentivo come se mi avessero dato sei mesi di vita.” Tanto che scrive il suo testamento e “i suoi desideri”. “Il mio mondo sta crollando, mi dico che morirò.”

Colei che oggi prende una trentina di pillole al giorno e viene ricoverata ogni tre settimane per la chemioterapia sa “perfettamente” che “non vivrà quanto previsto”. E ha un pensiero commovente per i suoi genitori: “La cosa divertente è che sono sposata, ho una figlia grande, mio ​​marito ha due maschi, ma quando vi diciamo questo, pensiamo ai suoi genitori, a noi stessi”.

Ma continua a lottare, volendo lavorare per evitare la morte a cui spesso pensa. Ma pensa di “spaventare le produzioni, i registi”. Dice che avrebbe dovuto interpretare un ruolo da protagonista in un film quando ha saputo che il suo cancro era tornato. Decide di giocare la carta della trasparenza e avverte il regista che insiste affinché lei abbia ancora un piccolo ruolo in questo film. Una gioia immensa per l'attrice belga che rimarrà presto disillusa. “È stato navigando in Internet che ho scoperto che ero stato sostituito e che non ero stato informato”…

Oggi testimonia perché ha “bisogno” di parlare della sua malattia. “Sono molto circondato, ma nella sofferenza c’è una forma di solitudine estrema”.

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