Una vittoria legale dopo cinque anni di lotta. Mercoledì il tribunale amministrativo di Bordeaux ha confermato la mancata proroga delle concessioni della società mineraria “Montagne d’Or”, in quanto presentano “un rischio di gravi danni per l’ambiente” vista la loro natura “estremamente inquinante” e di «l'importanza» della loro dimensione industriale.
Dovrebbe coprire 800 ettari di terreno – circa 40 km2 – e produrre 6,7 tonnellate di oro all’anno per dodici anni, questo progetto doveva essere il più grande programma di estrazione di oro primario mai previsto dalla Francia. La Corte ricorda nella sua sentenza che le suddette concessioni “si trovano nella foresta equatoriale della Guyana, che costituisce una delle ecoregioni più ricche del mondo in termini di biodiversità”.
Il consorzio russo-canadese Nordgold-Orea Mining, che porta avanti il controverso progetto, dovrebbe presentare ricorso finale davanti al Consiglio di Stato, ma le ONG ricorrenti si sentono fiduciose sull'esito legale. Abbandonare la “Montagna d’Oro” sarebbe una grande vittoria per la preservazione della foresta amazzonica e per l’integrità delle popolazioni indigene che vi vivono.
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