Chi non ha mai provato un pizzico di apprensione entrando in un VTC a tarda notte? Sebbene la maggior parte dei viaggi proceda senza intoppi, alcune situazioni ci ricordano che la sicurezza è una preoccupazione molto reale. Uber soddisfa questa aspettativa con l’opzione “Uber by Women”, che consente agli utenti di scegliere un’autista donna per la loro corsa. Un modo per rassicurare chi vuole viaggiare in tutta tranquillità, ma che presenta alcune limitazioni.
Infatti questa opzione, accessibile senza costi aggiuntivi, potrebbe comportare un tempo di attesa prolungato. Con solo 1.500 autisti partner sui 45.000 registrati in Francia – ovvero appena il 3% – i passeggeri dovranno talvolta aspettare dai 15 ai 20 minuti, rispetto ai 3-4 minuti di un ordine classico, rivela “Le Parisien”
Una professione ancora poco accessibile alle donne
Il lancio di “Uber by Women” non risponde solo a una questione di sicurezza: si inserisce anche in un processo di femminilizzazione della professione. Come sottolinea Uber, le donne rappresentano una piccola minoranza tra gli autisti. Le ragioni? Un ambiente lavorativo a volte considerato ostile, orari notturni poco attraenti e un sentimento di insicurezza spesso condiviso.
Per incoraggiare più donne a iniziare, Uber offre incentivi finanziari. Gli autisti beneficiano di una riduzione della commissione addebitata dalla piattaforma, che scende temporaneamente dal 25% al 15% sui viaggi effettuati tramite questa opzione. Una misura che resterà in vigore fino al prossimo febbraio.
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Una risposta tardiva alle preoccupazioni dei clienti
L’attuazione di questa opzione avviene il giorno successivo alla Giornata internazionale contro la violenza contro le donne. Se Uber nega qualsiasi collegamento con notizie recenti, la piattaforma ha dovuto affrontare diversi scandali legati ad attacchi ai suoi veicoli. Laureline Serieys, direttrice generale di Uber France, insiste su “Le Parisien”: “Questa non è una reazione ai recenti incidenti, ma la continuazione del lavoro a lungo termine sulla sicurezza e la lotta contro la violenza sessista. »
Uber aveva già introdotto altri strumenti come il monitoraggio del viaggio in tempo reale, il codice PIN per verificare l’autista o la verifica casuale dell’identità degli autisti. Queste misure però non sono bastate ad alleviare del tutto i timori degli utenti, soprattutto per i viaggi notturni.
Gli autisti al centro del sistema
Per Shirley Dauger, autista partner ed ex infermiera, l’opzione “Uber by Women” è un’opportunità per soddisfare meglio le aspettative dei clienti. “Sicuramente farò più acquisti”, ha dichiarato al quotidiano “Le Parisien”. Dice che molte donne passeggeri le dicono il loro sollievo quando scoprono che c’è una donna al volante.
Alcuni gli raccontano i loro consigli per sentirsi sicuri: farsi lasciare a pochi metri da casa, indossare le cuffie o sedersi dietro l’autista per evitare sguardi. Aneddoti che ci ricordano che per molte donne la sicurezza è una questione quotidiana.
Un passo avanti, ma limiti evidenti
Se “Uber by Women” sembra soddisfare un’aspettativa reale, solleva anche degli interrogativi. Perché è necessaria una tale opzione? Non emerge forse un problema strutturale di insicurezza nei trasporti, siano essi pubblici o privati? Inoltre, la dipendenza da un numero limitato di driver disponibili rischia di limitare l’impatto di questa funzionalità nel breve termine.
Posizionandosi sulla femminilizzazione e sulla sicurezza, Uber sta aprendo la strada a discussioni essenziali. Questo sistema non sarà in grado di rispondere a tutte le sfide di una professione ancora segnata da disuguaglianze di genere e da condizioni di lavoro talvolta precarie.
È un passo avanti per le donne o solo uno strumento di marketing?