“Il nostro pianeta sta bruciando…” : La famosa frase di Jacques Chirac non è mai stata così vera. Non solo gli incendi boschivi stanno diventando più frequenti e più intensi con il cambiamento climatico, ma l’inquinamento atmosferico causato dal loro fumo è responsabile di oltre 1,5 milioni di morti ogni anno. È quanto afferma uno studio pubblicato sulla rivista scientifica La Lancetta il 28 novembre, meno di una settimana dopo la chiusura della COP 29 sul clima, con risultati considerati ben al di sotto delle necessità.
I ricercatori hanno esaminato i dati che coprono il periodo dal 2010 al 2019, e sugli incendi boschivi così come quelli dovuti alle tecniche di incendio, ancora utilizzate come metodo di disboscamento e fertilizzazione. Tecniche che vengono utilizzate non solo in alcune agricolture tradizionali, ma anche o soprattutto per estendere le aree di coltivazione intensiva dedicate alla soia o alla palma da olio.
I paesi del Sud sono i più colpiti
I risultati sono schiaccianti: 450.000 decessi ogni anno sono causati da malattie cardiache legate a questo tipo di inquinamento. Altri 220.000 all’anno sono dovuti a malattie respiratorie, legate al fumo e alle particelle emesse dagli incendi. Considerando tutte le cause, gli scienziati hanno contato 1,53 milioni di morti in totale nel periodo studiato.
La stragrande maggioranza di questi decessi, ovvero il 90% (di cui il 40% nella sola Africa subsahariana), si verifica in paesi a basso o medio reddito: Repubblica Democratica del Congo, Indonesia e Nigeria sono in cima alla lista. elenco del maggior numero di vittime.
Ma in cima a questa triste classifica compaiono anche le cosiddette potenze emergenti, come Cina e India. I ricercatori evidenziano il fatto che l’ingiustizia climatica funge anche da ingiustizia sociale, poiché i modi per proteggersi dall’inquinamento da incendi – allontanarsi dall’area visibilmente inquinata, indossare una maschera, utilizzare purificatori d’aria – rimangono fuori dalla portata della maggior parte della popolazione delle aree. interessato.
Chiedono “azioni urgenti” per aumentare il sostegno finanziario e tecnologico a queste popolazioni. Resta da agire sulle cause sottostanti: la deforestazione tramite tagli e incendi, legata all’agricoltura intensiva esportata, e il riscaldamento globale stesso.
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