A Kiev si parla di a “alleanza degli audaci”che riunisce da cinque a sette paesi europei favorevoli allo spiegamento di truppe sul suolo ucraino. Sostenuto pubblicamente dalla Francia da febbraio e menzionato nuovamente da Emmanuel Macron a giugno, a margine della celebrazione dell’80° anniversario dello Sbarco, questo progetto sembra giungere a buon fine.
Una prospettiva dettata dalle circostanze
Due fattori spiegano questa accelerazione. Il primo riguarda l’evoluzione della guerra in Ucraina. Sul terreno, Kiev incontra crescenti difficoltà nel contenere l’offensiva russa. L’impegno di 10.000 soldati nordcoreani, l’uso di armi balistiche da parte di Mosca e le ripetute minacce di Vladimir Putin contro i paesi che consegnano missili all’Ucraina stanno spingendo i suoi alleati più impegnati a rafforzare il loro sostegno per evitare una vittoria russa. La seconda circostanza è l’imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e la minaccia che ciò rappresenta per la sostenibilità del sostegno americano a Kiev.
Riavvicinamento franco-britannico
Per prendere in considerazione lo schieramento di truppe in Ucraina, Parigi aveva bisogno di un partner forte in Europa. Dopo aver tentato, senza successo, di convincere il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la Francia si è rivolta a Londra e al suo nuovo primo ministro, Keir Starmer. Di fronte al peggioramento della situazione in Ucraina, negli ultimi giorni le due potenze nucleari europee si sono notevolmente avvicinate. Così, l’11 novembre, poco dopo l’elezione di Donald Trump, Emmanuel Macron e Keir Starmer hanno celebrato insieme il 106° anniversario dell’armistizio del 1918, un gesto simbolico che non si vedeva dal 1944. Hanno anche commemorato il 120° anniversario dell’Intesa Cordiale di 1904. In questa occasione, l’Eliseo riaffermò la determinazione franco-britannica a sostenere Kiev “Incrollabilmente e per tutto il tempo necessario”. Michel Barnier ha aggiunto su X (ex Twitter): “L’amicizia franco-britannica, forgiata attraverso le difficoltà, sarà preziosa per affrontare le sfide a venire. »
Il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot si è poi recato a Londra il 22 novembre per incontrare il suo omologo David Lammy. L’occasione di dichiarare nel corso della sua visita di non escludere nulla riguardo ad uno schieramento di truppe francesi. Il giorno prima i due uomini avevano addirittura firmato un articolo Le Figarochiamando a combattere contro «impominizzazione» del mondo. Essi affermano: “La Francia e il Regno Unito non lasceranno che Putin faccia ciò che vuole. Insieme ai nostri alleati mobiliteremo tutti gli sforzi necessari per mettere l’Ucraina nella migliore posizione possibile per raggiungere una pace giusta e duratura. »
Addestra le truppe e assicurati un futuro accordo di pace
Secondo le nostre informazioni, se i due paesi prendessero seriamente in considerazione l’invio di truppe di terra, queste forze non sarebbero destinate a partecipare ai combattimenti, ma piuttosto a svolgere missioni di addestramento, supporto logistico e intelligence. Parigi sta già addestrando una brigata ucraina dall’inizio di settembre, nell’est della Francia. Si tratterebbe di fare la stessa cosa, ma in Ucraina. Ciò costringerebbe Parigi a inviare non solo istruttori, ma anche soldati per garantire la loro protezione, sapendo che la brigata ucraina addestrata in Francia mobilita non meno di 1.500 soldati. L’invio di truppe viene considerato anche come parte delle garanzie di sicurezza che l’Ucraina richiederebbe nel futuro accordo di pace con la Russia.
I rischi dell’impegno militare
Anche se non si prevede che questi soldati europei partecipino direttamente ai combattimenti, la loro presenza in Ucraina li esporrebbe agli attacchi russi: droni, missili o aerei. Di fronte a questa minaccia, unità specializzate e una logistica robusta (difese antiaeree, veicoli blindati, droni, ospedali) verrebbero schierate per la loro protezione, come è stato fatto nella missione europea in Mali (EUTM). Tuttavia sorgono domande: fino a che punto potrebbero spingersi queste truppe per difendersi? Neutralizzerebbero obiettivi situati sul territorio russo, come batterie missilistiche o basi di droni?
Secondo scenario
Se la Russia violasse un accordo di pace, le truppe europee dispiegate in Ucraina sarebbero nella posizione di intervenire per difenderla. Una prospettiva effettivamente intravista dall’esercito francese, come ha confidato il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Schill, durante un incontro con la stampa a Parigi il 21 settembre. Come ? Dandoci i mezzi per avere“una divisione (25.000 uomini) pronta ad entrare in combattimento il più rapidamente possibile”. Concretamente, l’esercito francese si prepara a essere in grado di farlo tra sessanta giorni, a partire dal 2027. “rusticità del soldato” in modo che sia pronto a resistere alla guerra ad alta intensità come si manifesta in Ucraina (guerra di trincea). Sempre in questa prospettiva, la Francia pensa di garantire i flussi logistici della NATO che attraverserebbero il suo territorio verso l’Ucraina, in particolare attraverso i suoi porti e le sue strade che collegano la costa atlantica e l’Ucraina.
Per il momento, se la coppia franco-britannica fosse la forza trainante dell’alleanza degli audaci, sarebbero coinvolti anche i paesi baltici, abbiamo appreso dalla parte ucraina. Ma non la Polonia, a causa delle tese relazioni diplomatiche tra Varsavia e Kiev negli ultimi mesi.