“Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica ricorda adeguatamente il fronte repubblicano”

“Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica ricorda adeguatamente il fronte repubblicano”
“Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica ricorda adeguatamente il fronte repubblicano”
-

UNdopo le parole, i fatti. Lunedì 1È A luglio, diverse decine di candidati dell’ex maggioranza presidenziale si sono ritirati a favore di un candidato del Nuovo Fronte Popolare (NFP), nel tentativo di battere il candidato del Raggruppamento Nazionale (RN), e viceversa.

Emmanuel Macron, che stranamente ha preferito riunire i suoi ministri all’Eliseo piuttosto che parlare solennemente davanti ai francesi, ha chiarito la linea a mezzogiorno, ricordando che è l’estrema destra che sta per accedere alle più alte cariche , E ” nessun altro “. Il giorno prima, al seguito del suo primo ministro Gabriel Attal, aveva chiesto, in un clima di tensione e di gelo, “non una voce” non va all’estrema destra, mentre prima del primo giro propendeva verso a «ni-ni» (né RN né La France insoumise).

Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati Gabriel Attal, “in lotta” contro l’estrema destra, mette da parte le critiche al Nuovo Fronte Popolare per il secondo turno delle elezioni legislative

Aggiungi alle tue selezioni

Una svolta di 180 gradi dopo aver messo i due schiena contro schiena “estremi” durante tutta la campagna e ha evidenziato il rischio di ” guerra civile “ sostenute in caso di vittoria dell’uno o dell’altro. Macron ha addirittura attaccato la PFN, accusandola di “immigrazionismo” o qualificarsi come“onnipresente” alcune delle sue proposte, come “cambio di sesso, gratuito, in municipio”.

Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica ricorda opportunamente il fronte repubblicano, verso il quale non sempre si è dimostrato favorevole. Nelle elezioni regionali del 2021, ha chiesto che fossero i suoi candidati a decidere “localmente”. Concentrato sul suo compito di sottomettere il Partito socialista e i repubblicani (LR), aveva ad esempio sperato che, nell’Hauts-de-France, la lista della maggioranza – guidata dal segretario di Stato Laurent Pietraszewski – non venisse ritirata, in modo da “accordo di forza” l’uscente Xavier Bertrand (LR).

Alla fine la questione non si è posta, poiché La République en marche (LRM, ora Renaissance) non è stata in grado di mantenersi al secondo turno. All’epoca, anche l’eurodeputato Stéphane Séjourné e il portavoce del governo, Gabriel Attal, avevano seppellito il fronte repubblicano, invocando la fusione delle liste, piuttosto che il ritiro. Di fronte a loro, l’ex capo dell’LRM, Christophe Castaner, ha chiesto chiarezza e ha sostenuto che Macron e la maggioranza uscente avranno bisogno del fronte repubblicano nelle elezioni presidenziali del 2022.

Cambio di piede

Infatti, mentre il divario tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron si riduceva, prima del primo turno, il presidente uscente aveva la necessità di ridemonizzare il suo avversario, opportunamente denominato “fondamentali” dall’estrema destra: “rigetto della Repubblica”, “antisemitismo” e “xenofobia”. Ha anche chiesto una manifestazione “dalla socialdemocrazia al gollismo”fortuna di “fronte repubblicano permanente” contro gli estremi. E ha criticato i giornalisti per aver partecipato alla “banalizzazione” di Marine Le Pen. “Ho sentito meno che sia di estrema destra. Vent’anni fa i media dicevano che “il fronte repubblicano è terribile”. Non c’è più quella reazione”, se ne dispiacque, senza ricordare che il suo stesso popolo aveva contribuito a questa banalizzazione, Gérald Darmanin arrivando addirittura a denunciare la “morbidezza” di MMe La penna.

Ti resta il 51,41% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

PREV Flying Whales è di nuovo sulla buona strada per far decollare il suo progetto
NEXT Cyril Hanouna potrebbe riprendere Numeri e Lettere