Israele notifica alla CPI l’intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto per Netanyahu e Gallant

Israele notifica alla CPI l’intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto per Netanyahu e Gallant
Israele notifica alla CPI l’intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto per Netanyahu e Gallant
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AA / Tunisi / Majdi Ismail

Mercoledì Israele ha notificato alla Corte penale internazionale (CPI) la sua intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto contro il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della difesa, Yoav Gallant, ha detto l’ufficio di Netanyahu.

In un comunicato stampa diffuso dal canale israeliano i24 news, l’ufficio del primo ministro israeliano ha precisato che, in attesa di una decisione nel merito, Tel Aviv ha anche chiesto alla CPI di sospendere l’esecuzione di questi due mandati di arresto.

La Camera preliminare I della CPI, con sede all’Aja, ha dichiarato in un comunicato stampa del 21 novembre di aver “emesso mandati di arresto contro due individui, Benyamin Netanyahu e Yoav Gallant, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi dall’8 ottobre 2023 fino almeno al 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le richieste di mandato d’arresto.

Ha inoltre respinto all’unanimità le contestazioni avanzate da Israele (relative alla giurisdizione della Corte, ndr) ai sensi degli articoli 18 e 19 dello Statuto di Roma.

Per quanto riguarda i presunti crimini dei due alti funzionari israeliani, la Camera preliminare I ha dichiarato di “trovare ragionevoli motivi” per ritenere che Netanyahu e Gallant, al momento dei presunti atti, “portassero ciascuno la responsabilità penale per i crimini seguenti come co -responsabili dei fatti in concorso: il crimine di guerra della fame come metodo di guerra; e crimini contro l’umanità quali omicidi, persecuzioni e altri atti disumani.

“Lo Stato d’Israele contesta la giurisdizione della Corte penale internazionale e la legittimità dei mandati di arresto emessi contro il primo ministro e l’ex ministro della difesa”, sottolinea anche il comunicato stampa dell’ufficio di Netanyahu.

Il primo ministro ha incontrato mercoledì a Gerusalemme la senatrice americana Lindsey Graham che lo ha tenuto informato, secondo il comunicato stampa, “delle misure che sta adottando al Congresso americano contro la Corte penale internazionale e contro i paesi che collaborano con essa”.

Se la Corte penale internazionale respingesse l’appello, “dimostrerebbe ulteriormente agli amici di Israele negli Stati Uniti e nel mondo quanto la Corte penale internazionale sia parziale nei confronti dello Stato di Israele”, conclude il comunicato stampa da parte israeliana.

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