Mercoledì la Corte d’appello amministrativa di Bordeaux ha confermato che le concessioni della compagnia mineraria Montagne d’Or, che da diversi anni realizza un importante progetto minerario a cielo aperto in Guyana, non possono essere prorogate.
Questo progetto “presenta un rischio di grave danno per l’ambiente” data la natura “estremamente inquinante” e l'”importanza” della sua dimensione industriale, ritiene il tribunale la cui decisione potrebbe ancora essere soggetta a ricorso al Consiglio di Stato.
Montagne d’Or è il più grande progetto di estrazione dell’oro primario mai proposto in Francia, guidato dal consorzio minerario russo-canadese Nordgold-Orea (ex Columbus gold).
Alla fine del 2020, il tribunale amministrativo di Caienna ha annullato una decisione del 21 gennaio 2019 con la quale il Ministero dell’Economia rifiutava di prorogare per 25 anni due concessioni, come richiesto dal 2018 dai promotori della Montagne d’or.
Decisione che la Corte amministrativa d’appello di Bordeaux ha confermato nell’estate del 2021.
Ma nel febbraio 2022, il Consiglio costituzionale ha dichiarato contraria alla Legge fondamentale francese una parte del vecchio codice minerario che consentiva il rinnovo delle concessioni senza tener conto delle conseguenze ambientali, aprendo una via di ricorso contro il controverso progetto in Guyana.
Nell’ottobre 2023, il Consiglio di Stato, adito dal Ministero dell’Economia, ha annullato le sentenze del tribunale amministrativo d’appello di Bordeaux del 2021 e ha rinviato il caso a questo stesso tribunale.
“Alla luce di questo nuovo quadro giuridico”, il tribunale ha esaminato questa volta le conseguenze ambientali delle proroghe di concessione richieste dalla società mineraria, concludendo che il rifiuto da parte dell’amministrazione era legittimo.
Rileva quindi che le concessioni in questione, per un totale di circa 40 km2, “si trovano nella foresta equatoriale della Guyana che costituisce una delle ecoregioni più ricche del mondo in termini di biodiversità” e che l’area presenta “importanti sfide di continuità ecologica” .
Le associazioni ambientaliste Guyane Nature Environnement (GNE) e France Nature Environnement (FNE), su iniziativa della questione prioritaria di costituzionalità davanti al Consiglio costituzionale, si sono dichiarate “soddisfatte” dell’AFP della decisione.
“La Corte sottolinea che le due concessioni della Montagne d’Or si trovano in mezzo a riserve eccezionali di biodiversità e che tali progetti minerari, devastanti per l’ambiente, non possono essere giustificati nonostante i vantaggi economici e occupazionali”, ha risposto Anne Roques, avvocato della FNE. .
La decisione rappresenta “lo stop definitivo alla proroga delle concessioni per ragioni di impatto ambientale, a condizione che l’OCM non si presenti una seconda volta al Consiglio di Stato”, ha aggiunto Nolwenn Rocca, del GNE.
Il vecchio codice minerario, nella sua versione antecedente alla revisione dovuta alla legge sul Clima del 2021, consentiva di prorogare per legge le concessioni quando i giacimenti a cui si riferiscono erano ancora sfruttati.
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