Ex allenatore dello Stade-Toulousain ed ex allenatore del XV di Francia, Guy Novès ha parlato a lungo tramite Le Parisien.
Quest'ultimo è tornato in particolare sulle tristi vicende extrasportive che hanno scosso il rugby francese la scorsa estate.
Dice che non era sorpreso.
Racconta un aneddoto in cui, da allenatore del XV francese, ha reindirizzato i suoi giocatori che cantavano quando avevano appena perso una partita. Estrarre:
“Non sono caduto dall'armadio. Ho allenato anche i Blues in Argentina. Abbiamo perso la prima partita. Ero al tavolo della capolista e sento i miei giocatori cantare. Mi sono alzato e ho chiesto loro con fermezza cosa stessero festeggiando quando abbiamo perso. Poi ho rafforzato le cose e abbiamo vinto le altre due partite.
In generale, capisco che i ragazzi vogliano fare festa. C'è così tanta pressione. Ma qualcosa mi preoccupa. Siamo passati dall’alcol alla miscelazione con droghe, e non solo con quelle leggere. Questo porta a cose terribili. Ricordatevi questo giocatore di Montauban che si lanciò da un ponte qualche anno fa. C’è questa ricerca dell’eccesso il più possibile e questo non ha nulla a che vedere con lo spirito del rugby”.
Per quanto riguarda le serate alcoliche, confida. Estrarre:
“Non sono la persona giusta per parlare di alcol perché non è mai stato nelle mie corde. Non sono mai andato a feste in cui mi rendevo infelice con i miei giocatori. Ricordo che prima di una partita dei Blues, Louis Picamoles venne da me per chiedermi il permesso di andare a Parigi. All'inizio ho detto di no, poi ho accettato a condizione che l'addetto alla sicurezza li accompagnasse. Ed è andata bene.
Non dobbiamo esagerare con zero alcol. Possiamo bere qualcosa, non c'è problema. Quindi penso che sia positivo aver stabilito delle pietre miliari nella squadra francese di recente. È positivo stabilire un quadro”.
Lo afferma: il pericolo è immenso per i giovani rugbisti, a livello amatoriale. Estrarre:
“La miscela di alcol e droga. Lo vediamo nelle divisioni sotto la Top 14 dove non ci sono abbastanza soldi per fare i test. E lì, lasciamo che accada. Quello che è certo è che la droga sta prendendo piede a tutti i livelli del rugby. Nelle squadre giovanili questo esiste. Il pericolo per i ragazzi è immenso”.