La Cina vuole sviluppare un’esplorazione molto profonda di petrolio e gas

La Cina vuole sviluppare un’esplorazione molto profonda di petrolio e gas
La Cina vuole sviluppare un’esplorazione molto profonda di petrolio e gas
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Pechino sembra voler stringere la bocca quando si tratta di esplorazione di petrolio e gas. E annuncia la creazione di un consorzio destinato ad organizzare specificamente la ricerca delle riserve di petrolio e di gas situate a grandissime profondità.

Questo consorzio riunirà una decina di gruppi energetici e scientifici del Paese. A cominciare dalla China National Petroleum Corporation (CNPC) e da Sinopec, i due principali produttori di petrolio e gas del Paese. Ma accanto a loro troviamo anche China Aerospace Science and Industry Corp, il gruppo siderurgico Baowu, il produttore di apparecchiature Sinomach, Dongfang Electric Group e la società mineraria Minmetals.

Una priorità per Xi Jinping

Secondo la CNPC, che in un comunicato ufficializza questa creazione, grazie a questo consorzio si tratterà di riunire le competenze delle diverse imprese per costituire “una catena industriale che va dall’esplorazione del petrolio e dell’ultra – profondo all’ingegneria attraverso lo sviluppo. » Più precisamente, il consorzio si propone di effettuare esplorazioni perforando pozzi molto profondi, fino a 10.000 m sotto la superficie terrestre, in particolare nel nord-ovest della Cina, nel bacino del Tarim. Una regione dove si trovano 9 miliardi di tonnellate di petrolio annidate tra i 6.000 e gli 8.000 m, che rappresentano tra il 60 e l’80% delle risorse energetiche ultra profonde del Paese.

Questo consorzio mira quindi anche a sviluppare l’esplorazione e lo sfruttamento del gas e dello shale oil, campo nel quale CNPC e Sinopec si lanciano da diversi anni sotto la guida di Xi Jinping. Perché come spesso accade in Cina, è il presidente cinese a guidare l’industria del Paese che, pur rientrando nella Top 10 dei produttori, resta il primo importatore mondiale di gas e petrolio.

Ecco perché l’esplorazione del pianeta a grandi profondità rientra tra gli assi strategici di sviluppo definiti nel 2021 da Xi Jinping. A quel tempo, ha invitato gli ingegneri del paese a svolgere un lavoro che potesse aiutare a identificare le risorse minerarie ed energetiche di cui il paese ha bisogno. E aveva posto questa esplorazione mineraria sullo stesso piano di importanza dell’esplorazione spaziale o di quella dei fondali marini.

Un pozzo che raggiungeva i 10.000 m di profondità

Negli ultimi anni, gli sforzi compiuti dai gruppi cinesi per scavare sempre più in profondità alla ricerca di petrolio e gas hanno iniziato a dare i loro frutti. E secondo alcune stime avrebbero dato qualcosa in più alla produzione cinese. Tuttavia, i principali risultati ottenuti dalla Cina in questo ambito sono recenti e non hanno ancora consentito a Pechino di avere alcun impatto.

Pechino ha iniziato, appena un anno fa, a perforare un pozzo nello Xinjiang, chiamato “Shenditake 1”, che dovrebbe scendere fino a una profondità di 11.100 m. Questo pozzo, che mira ad aiutare la ricerca scientifica ma anche la ricerca sul petrolio e sul gas, ha raggiunto la soglia simbolica di 10.000 m lo scorso marzo. Una volta completato, sarà il pozzo più profondo del Paese, dicono le autorità, che restano discrete sulla data in cui potrà essere annunciato il completamento del pozzo.

In ogni caso, non sarà il più profondo del mondo. Diversi pozzi infatti mostrano profondità maggiori. Il più antico, completato nel 1989, si trova in Russia: il Kola Superdeep Borehole (o SG-3) sprofonda a 12.262 m sotto la superficie terrestre. E da quella data sono stati stabiliti nuovi record, in particolare quello del pozzo di perforazione BD-04A (12.282 metri) scavato nel 2008 da Transocean per Maersk Oil nel giacimento petrolifero di Al Shaheen in Qatar. Oppure, o più recentemente, nel 2017, dal pozzo Z-44 (12.376 metri) nel giacimento petrolifero russo Chayvo, perforato dalla Exxon Neftegas.

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