Tutto sta andando storto – Risposta cattolica

Tutto sta andando storto – Risposta cattolica
Tutto sta andando storto – Risposta cattolica
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Nella sua ultima lettera ai membri della Confraternita pubblicata all’inizio di luglio, padre Hubert Bizard, FSSP, ci invita a far regnare Cristo sulla nostra vita per non lasciarci trasportare dalla tristezza ambientale.

Cari amici, membri della Confraternita,

“Va tutto storto”.

Queste tre parole potrebbero formare il ritornello di una canzone che riassume la nostra epoca d’oro.

I versi tratterebbero della guerra alle porte, della famiglia che non esiste più, della violenza onnipresente, della natura umana messa in discussione o addirittura dell’eutanasia, logico complemento dell’aborto.

Senza dimenticare la grande depressione che colpisce grandi e piccini. Depressione, di cui il calo della natalità che colpisce i nostri Paesi è un segno inequivocabile.

Quindi va tutto storto, ma in fondo tutto questo non è “normale”?

Già San Paolo lo diceva ai Galati: Dio non si burla. Ciò che un uomo semina, raccoglie anche.

“Il disordine”, diceva il vescovo Fulton Sheen nel secolo scorso, “è un maestro severo e i suoi insegnamenti sono lenti, ma daranno sicuramente frutti”.

E gli spagnoli, in modo più colorito, hanno l’abitudine di dire: “Chi sputa contro il cielo, sputa in faccia a se stesso”.

Non dimentichiamo che il mondo ha deciso di fare a meno di Dio; proprio come un bambino all’età di cinque anni deciderebbe di fare a meno dei suoi genitori.

E questa pretesa è una follia. Fare a meno di Dio “non funziona”. Aggiungiamo anche che ciò non può funzionare.

L’attuale disordine non è, in definitiva, la dimostrazione logica che un mondo in cui Dio è attentamente escluso non può funzionare?

Anche se oggi abbiamo una conoscenza straordinaria sia nell’infinitamente grande che nell’infinitamente piccolo; potremmo avere accesso all’”intelligenza artificiale”; Anche se disponiamo di mezzi tecnici incredibili, riconosciamo tuttavia che oggigiorno c’è una tristezza diffusa. Un malessere che non è solo economico. Perché senza Dio manca e mancherà sempre l’essenziale.

Sogniamo la fraternità, ma rifiutiamo assolutamente di avere un padre comune in cielo. Come potrebbe funzionare?

Ci prendiamo molto gioco dei cristiani e del loro cosiddetto “oscurantismo”; eppure l’oscurità è davvero con noi?

Al contrario, noi, “noi che crediamo”, non abbiamo una luce che gli altri non hanno?

Questa luce è la nostra fede.

Questa fede che ci insegna che siamo stati creati da un Dio che ci ama.

Questa fede che di conseguenza ci insegna che dobbiamo (ed è bene) amare Dio ma anche il prossimo; prossimo che è, inoltre, perché amato da Dio e perché, figlio dello stesso Padre che è nei cieli, è addirittura nostro fratello.

Questa luce della fede ci insegna anche che non dovremmo uccidere, rubare, imbrogliare o nutrire desideri cattivi. E anche questo dobbiamo amare i nostri nemici! Questi sono i dieci comandamenti ai quali vanno aggiunti i comandamenti della Chiesa.

Queste regole dateci da Dio, l’esperienza di vita ci ha mostrato che non sempre erano facili da osservare a causa della nostra natura danneggiata dal peccato originale.

Ma queste regole donateci ancora una volta da Dio, non dimentichiamo mai che non sono arbitrarie; non sono dovute ad un capriccio divino ma emanano da Colui che è “sapienza eterna”.

Sono le regole che Egli ha iscritto nel profondo della nostra natura umana per vivere bene nella società; e soprattutto, e questo è molto importante, sono le regole che il nostro Padre Celeste, che è anche il nostro creatore, ci dà per essere felici. Per realizzarci. Per essere chi dobbiamo essere.

Perché Dio (che ci ama) vuole che siamo felici. Vuole che siamo felici in paradiso che è la meta della nostra vita; ma vuole anche la nostra felicità sulla terra (attraverso mille dolori), se lasciamo entrare il suo amore nella nostra vita quotidiana; se lasciamo che il suo amore dia senso alla nostra vita.

Ed è questo amore di Dio che oggi manca. Questo vero amore di Dio, che solo dà senso alla vita, e che tuttavia ci trasforma attraverso il riconoscimento: il nostro.

Alla fine la storia è sempre la stessa. Adamo ed Eva volevano fare ciò che volevano e liberarsi da ciò che Dio chiedeva loro… e la sfortuna entrò nelle loro vite.

Spesso anche noi vogliamo fare un po’ quello che ci pare, nonostante ciò che Dio si aspetta da noi. Ed è sempre quello il punto in cui le cose cominciano ad andare storte.

Anche le nostre società vogliono fare ciò che vogliono e decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato; e il risultato ancora una volta è evidente davanti ai nostri occhi.

E questo risultato non potrebbe essere altrimenti, perché un mondo senza Dio non può funzionare, così come una vita senza Dio non può condurre alla felicità.

Perché siamo stati creati per Dio.

Papa Benedetto XVI, rivolgendosi ai giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, ha detto loro:

Una delle principali conseguenze dell’oblio di Dio è l’evidente disordine che caratterizza le nostre società, con le sue dimensioni di solitudine e violenza, insoddisfazione e perdita di fiducia che spesso portano alla disperazione. Chiaro e forte è il richiamo che ci viene dalla Parola di Dio: “Guai all’uomo che confida nell’uomo e il cui cuore si allontana dal Signore! Sarà come un cespuglio in una terra desolata, non vedrà arrivare la felicità.

Allora, cosa possiamo fare per dare a Dio il posto che merita?

Cominciamo col farlo regnare veramente dentro di noi.

Cerchiamo di essergli fedeli in ogni cosa, e ripetiamogli ogni giorno che vogliamo amarlo e ascoltarlo.

Rivolgiamoci a lui in preghiera. Riceviamo i sacramenti che Egli tanto vuole donarci.

Frequentiamo le nostre chiese; educhiamoci, leggiamo buoni libri che possano entusiasmarci riguardo alle realtà spirituali.

E impariamo a trovarlo nei poveri e nei più piccoli.

Se l’infelicità nasce dal dimenticare Dio, la felicità invece (per quanto si possa essere felici sulla terra) si può trovare solo con Lui.

Ti auguro una vacanza molto felice. Sotto il suo sguardo e la sua protezione.

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