I mercati azionari si sono aperti ieri con un brutale calo dei prezzi dell’oro per la prima volta in sei sessioni. Nella seduta di lunedì 25 novembre 2024, le quotazioni del metallo prezioso sono scese di 43 dollari, in reazione ad operazioni di presa di profitto.
La pressione esercitata dall’annuncio della scelta da parte di Donald Trump del gestore di hedge fund Scott Bessent come ministro del Tesoro nella nuova amministrazione americana, ha avuto un impatto decisivo sui prezzi dell’oro. Ricordiamo che venerdì l’aumento di oltre 37 dollari è stato segnato dai prezzi dell’oro che hanno continuato a beneficiare delle crescenti tensioni geopolitiche, con successivi guadagni sostenuti dalla domanda di beni rifugio.
Il calo registrato ieri è il primo in sei settimane, con un prezzo futures con consegna a dicembre di 2.669,60 dollari l’oncia, in calo dell’1,57%, ovvero di 42,6 dollari. Ciò mentre i prezzi dei contratti con consegna immediata sono scesi dell’1,64% attestandosi a 2.671,58 dollari l’oncia. Il prezzo dell’argento ha seguito la stessa tendenza al ribasso con un calo dell’1,92% ad un valore di 30,74 dollari l’oncia. Lo stesso vale per il platino, che è sceso dell’1,26% a 954,15 dollari l’oncia, e il prezzo del palladio è sceso dello 0,6% a 1.005,75 dollari l’oncia.
“L’aumento di cinque sessioni dei prezzi dell’oro è stato temporaneamente interrotto a causa di alcune operazioni di presa di profitto e della scelta di Bessent da parte di Donald Trump, indicando una ridotta dipendenza dalle tariffe e un allentamento delle incertezze tra Stati Uniti e Cina”, ha affermato Yip Jun Rong, stratega del mercato all’IG intervistato dall’unità di ricerca energetica con sede a Washington. Ricordiamo che, durante la sua campagna presidenziale, Donald Trump ha minacciato di imporre un dazio doganale pari o superiore al 60% sui prodotti cinesi che entrano nel mercato americano, nonché una tassa del 10% su tutte le importazioni dai mercati esteri.
In attesa dei risultati dei verbali della riunione della Federal Reserve questa settimana e dei dati sulla spesa dei consumatori americani, il 56% degli investitori conta su un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse di 25 punti base a dicembre, rispetto al 62% della scorsa settimana. Si noti che i membri della Fed sono divisi: alcuni esprimono preoccupazione per l’arresto della progressione dell’inflazione e invitano alla cautela, mentre altri opterebbero per continue riduzioni dei tassi di interesse.