“Prime Time”: Maxime Chattam prende in ostaggio il notiziario delle 20:00

“Prime Time”: Maxime Chattam prende in ostaggio il notiziario delle 20:00
“Prime Time”: Maxime Chattam prende in ostaggio il notiziario delle 20:00
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In questo caso un thriller, che si svolge nell’arco di una notte ma che trova il suo spazio e il suo respiro in salutari flashback. Perché è su un televisore, quello del telegiornale di MD1, il canale più visto in Francia, che si svolgono i fatti. Sono quasi le otto e Paul Daki-Ferrand, il presentatore di punta, è seduto alla sua scrivania. Tutto è pronto per la grande massa di informazioni, Paul è perfettamente stilizzato e illuminato, è in modalità “perfetto genero”, aspetta solo il conto alla rovescia. Nella direzione, Charlène, detta Charlie, caporedattrice, gode di questo piccolo brivido che la assale cinque sere a settimana, poco prima di andare in diretta.

Ma proprio quando Paul deve dire il suo consueto “Buonasera”, un individuo mascherato irrompe sul set, punta una pistola alla tempia del presentatore e annuncia che la notte sarà lunga, molto lunga. E, davanti agli occhi di milioni di telespettatori, spacchetta un discorso impegnativo e poco alfabetizzato. Chi è lui? Cosa vuole veramente? Quel che è certo è che vuole parlare solo con Charlie, che diventerà, suo malgrado, il suo interlocutore privilegiato, per una notte di orrore.

L’ombra del PPDA

Cinquecentosessanta pagine per una sola notte sono tante. Davvero molto. Eppure Maxime Chattam accetta la sfida di intrattenerci e sorprenderci fino all’ultima pagina. In particolare offrendo al lettore la possibilità di giocare a “chi è chi”, apparentemente senza toccarlo. MD1? TF1, ovviamente. Paul Daki-Ferrand, un giornalista sicuro di sé con gli occhi di velluto e una voce dolce che è proprio quello che ci vuole? PPDA, ovviamente. Tanto più che, come il suo “modello”, Daki-Ferrand ha una sua concezione del rapporto uomo-donna nel mondo del lavoro…

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Se la linea a volte è forte, questo tuffo nel grande circo mediatico è estremamente realistico. Nel corso delle pagine – come nel corso di una giornata in redazione, soprattutto in televisione – la tensione sale, raggiungendo il livello più alto quando la famiglia di Daki-Ferrand viene, a sua volta, presa in ostaggio nella sua grande casa di periferia.

A suo agio accanto agli agenti GIGN come dietro le quinte dell’MD1, Maxime Chattam conosce il suo argomento e questa è la chiave della sua libertà di scrittore. Le piccole debolezze dei giornalisti vengono messe al microscopio, il loro ego messo in luce. Stesso prezzo per capi canale, chef di ogni tipo e ministri devastati da questo dramma in diretta. Firma, con Prima oraun romanzo giubilante, che si sia o meno nel serraglio.

Prima ora | Romanzo | Maxime Chattam | Albin Michel, 560 pp., €22,90, digitale €16

ESTRARRE

“Al suo livello, quello dell’informazione, Charlène aveva preso di petto la realtà. Nei suoi primi anni da giornalista, aveva prosperato nel fornire contenuti, rintracciare il fatto, la singolarità, l’angolazione giusta, l’intervista giusta, trovare un tono. Ma cosa ad attrarre era lo sordido. Era ciò che la sua scrittura richiedeva, sempre più oscura, sempre più cruda.

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