la criptovaluta detronizza il dollaro

la criptovaluta detronizza il dollaro
la criptovaluta detronizza il dollaro
-

Da mesi prevedo che la banca centrale americana perderà la sua indipendenza (acquisita costituzionalmente nel 1913) e sarà posta sotto il controllo di Donald Trump. Ormai è quasi certo, soprattutto perché l’onnipresente Elon Musk è un seguace delle teorie di Friedrich Hayek (1899-1992), delle cui opere Margaret Thatcher (1925-2013) aveva fatto i suoi libri da comodino.

Come Hayek, Musk è un libertario, arrivando addirittura a sostenere la coesistenza del dollaro con uno stock di bitcoin detenuto dalle autorità americane. Musk ha anche twittato che immagina di ripagare il debito americano con le criptovalute, senza capire che ciò rovinerebbe all’istante il sistema bancario americano e farebbe implodere il pianeta finanziario, privo del suo riferimento sistemico, vale a dire il dollaro.

Ma qual era esattamente l’idea di Hayek? Contestando la neutralità monetaria postulata dagli economisti classici, Hayek propose un sistema di competizione tra diverse valute, private e pubbliche, all’interno del quale la valuta meno affidabile avrebbe gradualmente portato all’accaparramento di quella più stabile. Ha quindi invocato la denazionalizzazione, o addirittura lo smantellamento della valuta in un sistema di libera concorrenza, sostenendo che la valuta era fondamentalmente politicizzata. Attraverso un processo di selezione naturale, le valute fragili finirebbero per scomparire in una ricerca perpetua, e quindi mai riuscita, del monopolio monetario. L’idea di Hayek esclude l’esistenza di uno stato monetario stazionario, perché qualsiasi valuta dominante sarebbe costantemente sfidata da un’altra.

Questo sistema di concorrenza monetaria fu adottato da alcuni paesi, come il Canada (tra il 1891 e il 1934), la Scozia (tra il 1716 e il 1845) e gli Stati Uniti (tra il 1837 e il 1863), dove le banche commerciali furono autorizzate a emettere le proprie banconote come purché siano coperti dal loro equivalente in oro. Le teorie di Hayek si ricollegano quindi al movimento del “Free Banking”, di cui Adam Smith (1723-1790) e David Ricardo (1772-1823) furono tra i primi sostenitori. Questa scuola di pensiero, oggi trascurata, sosteneva la concorrenza totale tra le banche commerciali, senza il minimo controllo da parte di un’autorità superiore, come una banca centrale o un regolatore finanziario. Le banche commerciali avrebbero potuto emettere la propria valuta, pur mantenendo una valuta standard definita dallo Stato.

Friedrich Hayek condivideva precetti vicini a quelli del francese Léon Walras (1834-1910), uno dei matematici più famosi in economia e sostenitore della neutralità monetaria. Sostenitore della Scuola Classica, Léon Walras affermava che un’economia tende all’equilibrio nel quadro della concorrenza perfetta. Questa affermazione lo ha portato alla teoria del trial and error walrasiano, che può essere riassunto, come un mercato azionario, come un luogo di scambio in cui i prezzi si formano mediante iterazioni fino a quando le intenzioni dell’offerta e quelle della domanda coincidono.

Tutto avviene come se il mercato dei capitali e del lavoro fosse un’enorme sala di vendita, gestita da un banditore che espone il prezzo di beni e servizi. L’equilibrio viene raggiunto quando i fattori della produzione vengono venduti all’asta, in base al loro valore marginale. Léon Walras sosteneva che l’equilibrio generale poteva essere raggiunto unicamente sulla base della scarsità di una risorsa. Condiziona questi tentativi ed errori su una serie di condizioni intese a garantire una concorrenza pura e perfetta, tra cui l’atomicità della domanda e dell’offerta, il libero ingresso dei partecipanti al mercato, nonché la trasparenza e la fluidità di quest’ultimo. Queste condizioni ovviamente non vengono mai soddisfatte, ma la loro filigrana è vicina agli obiettivi della dottrina neoliberista che porta all’atomizzazione del lavoro per consentire un rendimento ottimale del capitale.

Se tutto ciò si concretizzerà, porterà a una perdita di fiducia nel dollaro, il che significa il rischio finanziario finale: l’Armageddon. E contro questo non c’è scampo, poiché il dollaro è consustanziale al sistema monetario.

-

PREV Matrixdock collabora con Brink's per la custodia globale degli RWA, a partire dall'oro
NEXT come è morta la vera Caroline Ingalls?