La Rn promette, con una modifica della legge finanziaria, la riduzione dell’Iva dal 20% al 5,5% sull’energia (elettricità, gas, olio combustibile) e sui carburanti » Les Souligneurs

La Rn promette, con una modifica della legge finanziaria, la riduzione dell’Iva dal 20% al 5,5% sull’energia (elettricità, gas, olio combustibile) e sui carburanti » Les Souligneurs
La Rn promette, con una modifica della legge finanziaria, la riduzione dell’Iva dal 20% al 5,5% sull’energia (elettricità, gas, olio combustibile) e sui carburanti » Les Souligneurs
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Tra le principali misure economiche del Raduno Nazionale per le elezioni legislative c’è la riduzione dell’IVA sull’energia. Lunedì 24 giugno, durante la presentazione del suo programma, Jordan Bardella ha ribadito la sua promessa di ridurre l’IVA dal 20% al 5,5% su elettricità, gas, olio combustibile e carburanti, sulla base di un progetto di legge finanziaria di modifica. Ciò è possibile solo per l’elettricità e il gas, ma non per le altre energie, secondo la legislazione europea.

La possibile riduzione dell’Iva su gas ed energia elettrica

L’applicazione di un’IVA ridotta su gas ed elettricità è possibile grazie alla direttiva del 2006 sul sistema comune di imposta sul valore aggiunto che stabilisce un elenco restrittivo di eccezioni all’aliquota IVA normale, compresi gas ed elettricità. Questa direttiva autorizza gli Stati membri dell’Unione Europea ad applicare aliquote IVA ridotte su determinati beni e servizi ritenuti essenziali.

Secondo la Direttiva europea IVA, ogni Stato membro può decidere di applicare un’aliquota ridotta almeno del 5% alle forniture di gas naturale, energia elettrica e teleriscaldamento. Non vi sono quindi ostacoli alla proposta di riforma elettrica.

Ridurre l’IVA sui carburanti e sul gasolio da riscaldamento: un processo complesso

Secondo la direttiva europea sull’IVA, la riduzione dell’IVA sul carburante e sul gasolio da riscaldamento non è possibile perché non rientrano nell’elenco restrittivo delle eccezioni permanenti alla normale aliquota IVA. Secondo quest’ultimo sono consentite solo alcune eccezioni specifiche e l’eventuale esenzione deve essere temporanea, come è avvenuto in Polonia nel 2021 per il carburante.

Per aggirare questo vincolo, gli Stati membri devono rinegoziare l’elenco delle eccezioni, un processo complesso che richiede l’unanimità all’interno del Consiglio dell’Unione Europea, un consenso difficile da ottenere.

Una decisione che avrebbe conseguenze importanti

Se il Raggruppamento Nazionale decidesse di attuare immediatamente le misure richieste senza procedere alla rinegoziazione della lista, rischierebbe di essere condannato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). Questa condanna comporterebbe una multa per il mancato rispetto degli obblighi europei. La CGUE ha il potere di sanzionare gli Stati membri che non rispettano le direttive e i regolamenti dell’UE, e una tale multa potrebbe avere ripercussioni finanziarie significative per la Francia.

Inoltre, la riduzione dell’Iva sull’energia avrebbe un costo considerevole per le finanze pubbliche, stimato in 17 miliardi di euro l’anno secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa riduzione delle entrate fiscali potrebbe compromettere il finanziamento dei servizi pubblici e dei programmi sociali. Per compensare questa perdita sarebbe necessario aumentare altre tasse o ridurre la spesa pubblica, il che potrebbe nuocere all’economia e alla qualità della vita dei cittadini. Inoltre, questo calo potrebbe aumentare il deficit di bilancio, rendendo più difficile la gestione finanziaria dello Stato e limitando la sua capacità di investire in infrastrutture e progetti di sviluppo sostenibile.

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