Il Journal de Montréal colpisce ancora e questa volta a farne le spese è Michael Hage.
Mentre il 18enne potenziale dei Montreal Canadiens ha appena offerto una prestazione elettrizzante con cinque punti (un gol e quattro assist) nella vittoria per 10-6 dell’Università del Michigan contro la Penn State, il quotidiano ha scelto di sottolineare il suo differenziale di -4.
Una scelta editoriale discutibile, che sembra tradire una tendenza sempre più evidente nel Journal: una linea editoriale anti-canadese.
Sì, Hage è stato sul ghiaccio per cinque dei sei gol avversari. Ma è davvero questo ciò che dovremmo ricordare di una partita in cui ha ampiamente contribuito alla schiacciante vittoria della sua squadra?
Per un giocatore NCAA al primo anno, la sua capacità di imporsi in modo offensivo contro avversari più anziani ed esperti è di per sé un’impresa.
Ma invece di evidenziare i suoi sforzi e il suo ruolo chiave nella vittoria, il Journal ha preferito enfatizzare i punti negativi, come se la prestazione complessiva della squadra non contasse.
Valeva davvero la pena abbattere uno dei pochi prospetti brillanti quest’anno? Con otto gol e 16 punti in sole 11 partite, Hage si colloca già tra i migliori marcatori della NCAA, un campionato competitivo ed esigente. Tuttavia, più che celebrare la sua ascesa, il Journal sembra cercare la bestiola.
Un approccio che, per molti sostenitori, somiglia ad una vendetta mascherata contro il canadese.
La domanda sorge spontanea: perché una tale fissazione sul negativo? I Canadien potrebbero non avere una squadra entusiasmante quest’anno, ma Hage rappresenta una delle poche luci di speranza per il futuro.
Allora perché prendersi la briga di spegnere questa fiamma? Sembra che per alcuni media la critica gratuita venga prima del riconoscimento del talento.
I tifosi non si lasciano ingannare. Molti commenti online denunciano questo attacco ingiustificato a Hage.
“Dai una pausa al ragazzo.”
“Cinque punti in una partita e lo critichiamo? È ridicolo. »
“Le Journal de Montréal, sempre pronto a colpire il CH. »
Michael Hage, dal canto suo, sembra stare bene nonostante la pressione dei media. A soli 18 anni dimostra già una compostezza e una maturità impressionanti.
Speriamo che il canadese continui a credere nelle sue potenzialità, nonostante le critiche che arrivano da tutte le parti. Quanto al Giornale, forse dovrebbe pensare all’impatto delle sue parole sui giovani giocatori che aspettano solo di mettersi alla prova.
Perché in fin dei conti il vero peccato non è il differenziale di -4, ma la mancanza di sfumature nella loro analisi.
Un po’ di serietà, per favore.