È stata quindi la botte di Olivier Dabadie e Sébastien Faure (Viella) ad avere la meglio, con un acquisto al prezzo di 5.400 euro da parte di un commerciante di vini della Piccardia: un vino apprezzato per la sua potenza aromatica, la sua eleganza e il suo equilibrio. È il primo da agricoltura biologica ad essere inserito nell'elenco.
Al secondo posto troviamo Véronique e Didier Terrade (Maumusson-Laguian), vincitori del 2019, per la loro botte di petit manseng 100% proveniente dai loro terreni argillosi, venduta per 5.100 euro. Sul terzo gradino del podio, infine, Sylvain Lesbats e Charles Malabirade (Portet), con il loro Pacherenc du Vic-Bilh sec – una grande prima nella storia dell'asta – venduto per 5.000 euro.
Gli altri viticoltori selezionati: Jean-François e Benjamin Gieusse (Madiran), Jérôme Hort (Gayon), Annette e Henri Dejoux (Viella), Alice e Paul Dabadie (Viella), Marie-Laure Plumejeaud e Roland Podenas (Aydie), Christophe Lahore (Castetpugon), Hervé Cazenave (Arrosès), Eric Labat (Aurions Idernes), André Micas (Viella), Magalie e Sébastien Kadenbach (Viella).
Ogni botte è stata concettualizzata dalla cura metodica di un enologo che ha investito il suo stile, visione ed esperienza. Offrendo queste folli creazioni, i viticoltori arricchiscono tutto il potenziale della loro denominazione di origine controllata (AOC). Dimostrano che le uve Petit Manseng e Petit Courbu, ammorbidite dal freddo e dal sole, danno vita a vini che offrono una sottile alleanza tra dolcezza, freschezza, complessità e vivacità…
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