Il giorno in cui il Mediterraneo è quasi scomparso per sempre!

Il giorno in cui il Mediterraneo è quasi scomparso per sempre!
Il giorno in cui il Mediterraneo è quasi scomparso per sempre!
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Negli anni ’70, diverse trivellazioni sul fondo del Mediterraneo rivelarono l’esistenza di enormi giacimenti di sale, alcuni spessi fino a tre chilometri! La datazione di questi depositi evaporitici, tra 5,97 e 5,33 milioni di anni fa, consentirà quindi di affermare che il Mediterraneo conobbe una grave crisi idrologica alla fine del Miocene, durante la fase messiniana. La formazione di questi depositi di sale implica che il mare si sia notevolmente concentrato in sale, al punto da diventare una vera e propria salamoia.

Testimoni di un drastico abbassamento del livello del mare

Da allora, numerosi studi hanno esaminato quella che chiamiamo la crisi di salinitàsalinità Messiniano. E si scopre che questo episodio è correlato a non poche altre osservazioni fatte nel bacino del Mediterraneo: perdita improvvisa e brutale di biodiversità, erosione aerea dei margini, scavo di profondi canyon fluviali… Tutto sommato allora suggerisce che questa crisi è stato associato ad un significativo abbassamento del livello del mare.

Le ricostruzioni tettoniche hanno poi permesso di spiegarne l’origine: la risalita del continente africano verso nord avrebbe portato alla chiusura dello Stretto di Gibilterra circa 6 milioni di anni fa, isolando il Mar Mediterraneo dall’Oceano Atlantico. L’evaporazione avrebbe quindi svolto il suo lavoro, abbassando gradualmente il livello del mare e consentendo l’aumento della concentrazione di sale.

Quantificare l’entità del calo del livello del mare

Uno scenario che sembra ben costruito, ma che conserva delle zone d’ombra. Se sappiamo che il livello del mare è sceso, il quantificazionequantificazione la portata di questo fenomeno restava da determinare. Poiché la formazione di evaporiti (sale e gessogesso) non richiede necessariamente l’evaporazione totale dell’acqua. Questi mineraliminerali può infatti cristallizzare da acqua sovrassatura di sale. La loro presenza, anche in quantità molto elevate (gli scienziati stimano che i depositi evaporitici messiniani rappresentino 1 milione di km3), quindi non fornisce alcuna indicazione sul livello reale del Mediterraneo intorno a 5,6 milioni di anni fa.

Un team di ricercatori guidato da Giovanni Aloisi (CNRS, Institut de Physique du Globe de Paris), però, ha trovato un modo per stimare questo calo. Gli scienziati hanno infatti utilizzato isotopiisotopi Di clorocloro come indicatori del livello dell’acqua. Il cloro (Cl) fa parte della composizione del sale, ma alcuni isotopi più pesanti, come 37Cl, precipiteranno preferenzialmente. L’evoluzione nel tempo del rapporto tra 37Cl e 35Cl nei depositi salini ha quindi permesso, grazie ad un modello matematico, di specificare lo scenario della Crisi di Salinità del Messiniano. È descritto in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Comunicazioni della natura.

Una perdita pari al 70% del volume complessivo di acqua

I risultati suggeriscono infatti che questa crisi idrologica sia stata divisa in due fasi. La prima, tra 5,97 e 5,6 milioni di anni fa, non sarebbe stata associata ad un abbassamento significativo del livello del mare. Sembra che in questo periodo siano continuati gli scambi con l’Oceano Atlantico, consentendo di mantenere il livello globale ma senza riuscire a stabilizzare l’equilibrio chimico del mare, che avrebbe cominciato a saturarsi di sale.

In questo periodo vediamo infatti apparire i primi depositi. L’isolamento totale del bacino del Mediterraneo sarebbe avvenuto circa 5,6 milioni di anni fa. Tagliato fuori dall’approvvigionamento idrico dell’Atlantico, il Mediterraneo avrebbe quindi iniziato a prosciugarsi rapidamente. In soli 10 milioni di anni avrebbe perso il 70% del suo potenziale volumevolume complessivamente. In alcuni punti il ​​dislivello avrebbe potuto raggiungere da 1,7 a 2,1 chilometri! Una situazione idrologica che ha portato alla massiccia deposizione di evaporiti. È probabile che vaste zone dei fondali marini siano state completamente prosciugate, consentendo la colonizzazione di alcune isole, come le Baleari, da parte di nuovi speciespecie. La perdita di una cosa così importante massamassa d’acqua è in accordo anche con alcune osservazioni geologiche, che mostrano l’innesco di eruzioni vulcaniche nel bacino durante questa seconda fase, a causa della rapida decompressione del mantello terrestremantello terrestre.

Questa crisi, tuttavia, ebbe fine. I risultati dell’articolo mostrano chiaramente un rapido riempimento del bacino 5,33 milioni di anni fa.

Un’osservazione che corrobora l’idea di una rottura della soglia di Gibilterra e dell’improvviso riversamento delle acque dall’Atlantico nel Mediterraneo.

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