Richiedeva il progetto di risoluzione preparato dai dieci membri eletti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, al quale gli Stati Uniti hanno posto il veto “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente che deve essere rispettato da tutte le parti”ma anche “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. Il testo ha ricevuto 14 voti a favore e uno contrario. Gli Stati Uniti continuano a bloccare la pace a Gaza.
“Siamo stati molto chiari durante tutti i negoziati che non possiamo sostenere un cessate il fuoco incondizionato che non consenta il rilascio degli ostaggi”ha giustificato il vice-ambasciatore americano Robert Wood dopo la votazione, stimando che il Consiglio, attraverso questa risoluzione, avrebbe inviato Hamas “il messaggio pericoloso che non è necessario tornare al tavolo delle trattative”. Questo testo “è solo un tradimento”dal canto suo, ha stimato l’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon poco prima del voto, contando su Washington per bloccare un’adozione che significherebbe per lui un “abbandono” degli ostaggi.
“Il destino di Gaza perseguiterà il mondo per le generazioni a venire”
Le poche risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU non richiedevano un cessate il fuoco incondizionato e permanente. A marzo, con l’astensione americana, il Consiglio ha chiesto un cessate il fuoco una tantum durante il Ramadan – senza effetti sul terreno – e a giugno ha adottato una risoluzione americana che sostiene un piano americano di cessate il fuoco in più fasi accompagnate dal rilascio degli ostaggi, cosa che non avviene mai si è concretizzato.
“Il destino di Gaza perseguiterà il mondo per le generazioni a venire”aveva avvertito il loro ambasciatore all’ONU Riyad Mansour. Per lui, il “L’unica soluzione possibile” del Consiglio è certamente quello di esigere un cessate il fuoco immediato e incondizionato, ma nel quadro del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che consente di adottare misure per far rispettare le sue decisioni, in particolare attraverso sanzioni. La bozza del testo non ne fa mai riferimento. Ricordiamo che il 14 novembre un comitato delle Nazioni Unite responsabile di indagare sulle pratiche israeliane ha espresso tale desiderio “intenzionale” uccidere, e “corrispondono alle caratteristiche di un genocidio”.
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