Cattive notizie, il prezzo del carburante, e in particolare del gasolio, riprenderà a salire a metà novembre. Ti diciamo tutto!
Fare il pieno di carburante non è mai davvero divertente. E questo anche se è vero che i prezzi sono leggermente scesi negli ultimi mesi. Ottime notizie per gli automobilisti, che possono guardare alla vita con un po' più di serenità, mentre il loro potere d'acquisto si riduce costantemente nel corso degli anni. Ma attenzione, perché questa tregua potrebbe purtroppo presto scomparire…
Aumentano i prezzi del carburante
Il prezzo del gasolio, infatti, sta lentamente tornando a salire. Pertanto, secondo i dati comunicati dall' Ministero della Transizione Ecologicail prezzo medio al litro di questo carburante, ancora molto apprezzato dagli automobilisti, è aumentato di 0,6 centesimi di euro nell'ultima settimana. Tra l'8 e il 15 novembre, si è attestato a 1,6251 euro al litro, segnando il terzo livello consecutivo Settimana di rialzi, confermando un trend iniziato da metà ottobre. Questo aumento, anche se meno marcato rispetto alla settimana precedente (+2 centesimi), colloca il prezzo del gasolio al livello più alto dalla fine di agosto.
In quel periodo i prezzi hanno registrato un picco simile, prima di diminuire leggermente a settembre. Alcuni automobilisti sperano in uno scenario identico nelle prossime settimane, con una stabilizzazione o addirittura un calo dei prezzi alla pompa. Mentre il diesel è in aumento, i carburanti a base di benzina mostrano variazioni molto più moderate. Il diffusissimo SP95-E10 ha registrato un leggerissimo calo di 0,2 centesimi di euro, stabilizzando il suo prezzo medio a 1,7054 euro del litro. Si tratta di un periodo di virtuale immobilità per questo carburante, il cui prezzo non ha oscillato quasi per tre settimane.
Un contesto incerto
Una situazione simile si osserva per l'SP95, che vede il suo prezzo diminuire quasi impercettibilmente da 1,7509 a 1,7495 euro al litro. Per quanto riguarda l'SP98, spesso considerato un carburante premium, il calo è ancora più lieve: il suo prezzo aumenta da 1,8095 a 1,8093 euro al litro. Queste variazioni, anche se contenute, riflettono una certa stabilità per i combustibili benzina, un fenomeno raro nell’attuale contesto di volatilità dei prezzi dell’energia. Questa relativa calma dei prezzi della benzina potrebbe essere spiegata dal calo del prezzo del barile di Brent, il punto di riferimento internazionale per il petrolio greggio. Nello stesso periodo il prezzo del barile è sceso di 2,6 dollari, attestandosi a 73 dollari.
Una tale riduzione potrebbe, in ultima analisi, avere un impatto maggiore sui prezzi alla pompa, anche se il ritardo tra le variazioni del prezzo del petrolio greggio e il loro impatto sui combustibili è spesso di diverse settimane. Per gli automobilisti, queste fluttuazioni restano preoccupanti, in particolare per coloro che dipendono dal diesel, un carburante ancora ampiamente utilizzato nei veicoli professionali. Con l'avvicinarsi dell'inverno e le possibili tensioni sul mercato energetico, l'andamento dei prezzi resterà attentamente monitorato.
In effetti, se il calo del prezzo del Brent offre un barlume di speranza, l’impatto delle tasse, dei costi di raffinazione e dei margini dei distributori potrebbe moderare i benefici per i consumatori.