E’ un po’ l’argomento del momento per RC Lens. L’atmosfera di Bollaert-Delelis, detta incandescente, non è più unanime. Vero problema o solo impressione dall’esterno? Questo è il nostro dibattito del giorno. Raphaël Nouet e William Tertrin esprimono il loro parere.
Sì, chiaramente
“Era da tempo che sulle tribune Bollaert-Delelis c’era un vero problema. Dal ritorno in Ligue 1 nel 2020, le atmosfere molto calde sono diventate rare a Lens. Certamente, la stagione 2020-2021 è stata speciale con il COVID, così come parte della stagione 2021-2022. Nel 2022-2023 è stato ovviamente un esercizio a parte, con il 2° posto a fine stagione. Anche questa squadra ha contribuito molto a riempire gli spalti. Successivamente le cose sono diventate più complicate. Canzoni che si esauriscono rapidamente, tensioni sugli spalti e partite a volte poco entusiasmanti che non riescono a trascendere i tifosi.
Recentemente abbiamo menzionato in particolare i parcheggi di Lille e Nantes che hanno fatto parlare di sé, cosa piuttosto rara per i sostenitori dell’opposizione sul suolo artesiano. Ma questo riflette la reale regressione dell’atmosfera a Bollaert. Un’atmosfera che, al contrario, è ottima quando si viaggia. Il problema si spiega anche con la gentrificazione degli spalti, che pretendono molto di più in termini di prestazione della squadra. Possiamo anche sollevare il problema dei tifosi che riempiono la platea principale della tribuna Marek, spesso troppi incrociando le braccia invece di cantare. In ogni caso, il problema va individuato rapidamente, affinché Bollaert e i suoi sostenitori non perdano il loro splendore. Pur sapendo che qualche chilometro più in là, a Lille, si nota un vero e proprio aumento di potenza a questo livello…”.
William TERRINO
E’ sempre stato così
“Sono stato a Bollaert per la prima volta nel 1998 e da allora ci sono tornato dieci volte. La mia analisi è la seguente: è una delle migliori atmosfere della Francia ma è speciale. Come accade negli anglofoni, ai quali Bollaert viene spesso paragonato, ci sono momenti in cui nessuno canta. In questo caso possiamo effettivamente sentire i sostenitori avversari. La Marek non è come i kops di Marsiglia o Saint-Etienne, che cantano per 90 minuti. Ci sono momenti in cui va molto in alto, altri in cui va piuttosto in basso. Ricordo che nel 1999, dopo il famoso paragone di Rolland Courbis tra il Nord e i pinguini, rimasi deluso dall’atmosfera, che mi aspettavo più calda. È stato l’annunciatore a lanciare i cori di Marek, qualcosa di inimmaginabile all’OM, all’ASSE o addirittura al PSG pre-Qatar…
Tutto questo per dire che secondo me l’atmosfera a Bollaert non è sostanzialmente cambiata. È sempre stato così, collegato alla corrente alternata. Forse ci saranno più turisti sugli spalti, ma è un fenomeno che interessa tutti gli stadi della L1 dalla fine della pandemia. Bollaert sarà sempre così. La Voix du Nord parla di derby ma lo scenario dell’incontro non aiuta ad emozionare i tifosi. Penso invece che i Sang et Or ritroveranno la loro voce con l’arrivo dell’OM sabato. Avranno quindi l’opportunità di chiudere per un po’ questo dibattito con il loro valido sostegno…”
Raffaello NOUET
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